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La trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.
Durante la giornata di ieri, Microsoft ha comunicato i risultati operativi per il trimestre conclusosi il 31 dicembre scorso. I numeri sono inferiori a quanto preventivato: il gruppo ha aumentato il volume d'affari di un un mero 2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, assestandosi a quota 16.63 miliardi di dollari (900 milioni in meno di quanto prospettato). Ancora meno incoraggianti sono i dati relativi ai profitti netti: 4.17 miliardi di dollari, -11% rispetto al 2007. Microsoft ha aumentato le spese ben più del volume d'affari quindi, e i risultati negativi si rispecchiano anche in borsa: il valore delle azioni si è assestato a quota 47 centesimi, contro i 49 stimati in precedenza. La divisione client, secondo il comunicato stampa, è quella che si è dimostrata maggiormente sotto tono: il momento di difficoltà per il mercato dei personal computer, sommato alla proliferazione di soluzioni netbook a basso costo, ha fatto sì che tale settore chiudesse con un pesante -8%. Ad arginare le perdite sono invece il segmento Server & Tool (+15%) e Entertainment and Devices (+3%, soprattutto grazie alla domanda record di Xbox generata dal periodo natalizio). "Nonostante non si sia immuni dagli effetti negativi della congiuntura economica" - ha commentato il CEO Steve Ballmer - "credo fermamente nella forza dei nostri prodotti e nella validità della nostra strategia". Il leader maximo ha voluto trasmettere comunque un messaggio positivo: "Continueremo a migliorare la gestione delle spese ed investire in opportunità sul lungo periodo, in grado di portare un significativo valore aggiunto ai nostri clienti e agli azionisti, e diventeremo un'azienda ancora più forte di quanto già non siamo oggi". Tagli al personaleNonostante le belle parole di Ballmer, Microsoft deve far fronte alle difficoltà di oggi ed al peggioramento delle condizioni economiche che si prospettano durante tutto il 2009. La ricetta per superare la crisi è tutt'altro che indolore: se da un lato si cercherà di ridurre ulteriormente le spese, il gruppo ha annunciato la necessità di tagliare 5.000 posti di lavoro, in quasi tutte le aree funzionali: ricerca e sviluppo, marketing, vendite, finanza, ambito legale, risorse umane e, naturalmente, IT. 1.400 lavoratori sono stati licenziati già ieri, mentre i restanti verranno lasciati andare nei prossimi 18 mesi. La mossa consentirà all'azienda di risparmiare circa 1.5 miliardi di dollari. Che il gruppo fosse in procinto di licenziare era nell'aria da settimane. Fortunatamente però, le cose sono andare meno male del previsto: alcuni osservatori si aspettavano tagli nell'ordine delle 8.000 unità, e qualcuno parlava addirittura di 15 mila posti di lavoro a rischio, su un totale di circa 96.000 impiegati. Se così fosse stato, Microsoft avrebbe subito un calo di oltre il 10% della forza lavoro che avrebbe potuto davvero sollevare parecchie preoccupazioni. Nessuna previsioneTornando in ambito monetario, Chris Liddell, CFO per Microsoft, prevede che l'incertezza economica continuerà almeno fino a giugno, portando con sé risultati nuovamente negativi rispetto ai corrispondenti periodi dell'anno precedente. Proprio a causa dell'incertezza del mercato, Microsoft si è detta incapace di fornire previsioni di fatturato per i mesi a venire. Microsoft Italia ottimistaSe di là dell'oceano le cose non vanno troppo bene, una ventata di ottimismo arriva proprio dalla nostra Penisola. Pietro Scott Jovane, Amministratore Delegato di Microsoft Italia, ha rilasciato una lunga intervista a Techpro.it, nella quale ha dichiarato: "Se dovessi giudicare le cose solo dalla mia esperienza, dovrei concludere che questa crisi non è così incisiva come sembra: ogni giorno guardo gli ordini in entrata e constato che le Piccole e Medie imprese acquistano. Insomma i prodotti Microsoft continuano ad essere comprati normalmente, senza flessioni". Incalzato quindi circa la situazione negli Stati Uniti, Jovane rassicura i dipendenti della filiale italiana: "Dal punto di vista del personale non penso che l'Italia potrebbe essere impattata: siamo una filiale commerciale, con consulenti e venditori.". L'opinioneIn un momento tanto difficile per la Casa Madre, la rapida ripresa di Microsoft potrebbe essere legata proprio alla nuova versione del suo prodotto di punta: Windows 7. Il nuovo Windows però non è ancora pronto, e Microsoft dovrà ricordarsene molto, molto bene, ed evitare come la peste la tentazione di rilasciarlo prima del tempo semplicemente per poter capitalizzare. Microsoft dovrà posticipare il lancio quanto più possibile, e portare avanti un processo di sviluppo e testing curato nei minimi dettagli, in grado di comunicare all'utenza un messaggio chiaro: Windows 7 non è Windows Vista. Oltre alla comunicazione, Microsoft dovrà prestare particolare attenzione anche l'aspetto relativo alle prestazioni: Windows Vista non è in grado di girare sui netbook, e Microsoft sta pagando questa mancanza proponendo un Windows XP che, per forza di cose, deve essere venduto a condizioni economiche nettamente inferiori di quanto l'azienda potrebbe contrattare disponendo di un prodotto più moderno. Segnala ad un amico |
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