da ph_rqmm » mer giu 04, 2008 7:41 am
Provo a dire la mia senza sparare troppe ca***te...
Quello che penso in generale dell'Italia intesa come "sistema politico" è che ci sia una grossa coscienza riguardo ai problemi che assillano il paese: mettiamoci dentro la povertà incalzante, l'immigrazione clandestina, la sanità etc etc... Nel senso che il sistema politico è coscente di quali siano i problemi il problema è come si adopera per risolverli... Questo comporta uno stato di caos/panico/incazzatura generalizzati sia a livello popolare che a livello governativo. Il tutto di solito sfocia in una qualche riforma di dimensioni galattiche o in qualche legge con tasso di "discutibilità" più o meno marcato. Quanto queste leggi siano state ragionate in sede di stesura poi lo dimostreranno eventuali decreti di modifica, referendum vari e/o cortei di protesta.
Discorso a parte naturalmente meriterebbe il "se" e "come" tali leggi vengano poi applicate (vedi decreto di esplusione rom e "affini" emesso dopo l'orribile caso di violenza di quella donna fuori dalla stazione ferroviaria in periferia di Roma).
Quindi a mio parere il rischio è come al solito quello di fare una legge mal pensata e generalizzata (mi attacco a quanto diceva pacopas ) che funzionerà qualche mese durante il quale si manderà fuori un po' di gente a campione e poi: tarallucci e vino... Inoltre penso che sia non poco ipocrita dare la colpa agli immigrati clandestini se il nostro paese ha "qualcosa" che non va...
Sono parte del problema si, ma non ne sono causa unica.
Sarebbe meglio iniziare dal basso e dalle piccole cose... Finchè c'è gente che fa mutui e si indebita per andare in vacanza in un posto figo o per comprarsi i vestiti firmati e poi fare fatica a mettere il cibo in tavola... (purtoppo ne conosco troppi)
Non è colpa degli immigrati questa.
E parlo da ragazza che la sera ci pensa due volte prima di uscire da sola...
Scusate la lunghezza.
Robbè.
Ho passato i primi 29 anni e 9 mesi abbondanti della mia vita a fare scelte sbagliate.
Passerò il tempo che mi rimane a pagarne le conseguenze.