Il mercato in cui si trovano ad operare i browser web si evolve rapidamente, e così le software house che desiderino rimanere competitive nel settore sono costrette a lavorare senza sosta.
A pochi mesi dalla nuova, interessantissima versione 10.50, ecco che il team di Opera Software già sforna un'altra release. Nella prima mattinata di ieri, il gruppo ha presentato Opera 10.60: una iterazione che, pur senza introdurre variazioni significative come ha fatto il ramo di sviluppo precedente, presenta comunque alcune succulente migliorìe
La società spinge ancora sull'acceleratore e promette incrementi superiori al 50% in alcuni test velocistici rispetto all'iterazione precedente.
I risultati ottenuti con Peacekeeper sulla versione finale sembrano confermare la bontà del lavoro svolto: Opera 10.60 riesce infatti a superare di circa il 6,5% la versione "developer" di Google Chrome, divenendo così il browser web più veloce in circolazione su questo specifico benchmark
Sono stati introdotti alcuni ritocchi minori all'interfaccia grafica.
Il pulsante d'accesso presenta ora la scritta Menu. Secondo gli sviluppatori, si tratta di una mossa necessaria a chiarire la funzione del comando, ma già molti utenti hanno protestato: effettivamente, la resa visiva non è troppo piacevole.
Rifinite anche le anteprime delle schede aperte, che risultano ora meno squadrate
La pagina Speed Dial mostra qui riquadri widescreen (rettangolari), quindi più adatti ai display in formato 16:9
Opera ha deciso di disabilitare la funzione che mostra anteprime distinte nella barra delle applicazioni di Windows 7 per ogni singola scheda: la caratteristica, pur operando correttamente, era infatti risultata invisa ai più.
Chi apprezzasse tale comportamento può comunque facilmente ri-abilitarlo dal pannello delle opzioni.
Opera 10.60 per Mac continua sulla strada intrapresa dal predecessore. Il framework alla base del software è ora Cocoa, e il team di sviluppo è stato impegnato a ripulire il codice da alcuni rami secchi legati al precedente meccanismo, Carbon, ancora presenti nel listato.
Le funzioni basate su Carbon rimaste, spiegano i programmatori, sono caricate dinamicamente al fine di migliorare le performance.
Gli utenti che ancora fossero legati a Mac OS X Tiger (10.4) faranno però bene a notare che il nuovo Opera non è in grado di utilizzare l'interprete Java su tale configurazione. Per quanto riguarda le versioni successive del sistema operativo Apple invece, non vi sono problemi fino a quando l'ambiente Java è aggiornato all'ultima versione.
La nuova edizione di Opera supporta il codec WebM rilasciato con licenza open source da Google. Questo significa che il browser è in grado di riprodurre nativamente e senza richiedere l'installazione di software addizionale i filmati in streaming compressi in tale formato
Per provare la caratteristica è sufficiente abilitare la modalità HTML5 di YouTube ed aprire un filmato compatibile (come questo).
Un'altra demo, indicata dalla società stessa, è a questa pagina.
Opera 10.60 introduce anche il supporto ad alcune funzionalità "avanzate" previste da HTML5:
Troviamo inoltre ritocchi alle funzioni di visualizzazione degli ideogrammi orientali, alla grafica vettoriale SVG ed ai fogli di stile CSS.
Opera 10.60 è dotato anche di un sistema di protezione integrato realizzato da AVG Technologies. Fondamentalmente, si tratta di un meccanismo che analizza gli URL richiesti e impedisce l'accesso a quelli classificati come pericolosi.
Chiudono il quadro delle novità oltre 100 bugfix ad importanza variabile ed una buona notizia per tutti gli utenti delle piattaforme alternative: contrariamente a quanto visto con la precedente 10.50, Opera 10.60 è stato rilasciato contemporaneamente sia per Windows, sia per Mac, sia per Linux.
Gli interessati possono prelevare gratuitamente la propria copia partendo da questa pagina. Il programma è in italiano.
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