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Il peer-to-peer fa bene all'economia

22/01/2009
- A cura di
Zane.
Filesharing Peer-to-peer - Ma quale sterminatore di profitti! La libera circolazione di opere fa sì che gli utenti spendano di più e meglio, a tutto vantaggio degli autori.

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

Uno studio commissionato dal governo olandese, sembra non lasciare spazio a ulteriori dubbi: il peer-to-peer fa bene all'economia, consentendo un incremento del giro d'affari quantificato in 100 milioni di euro l'anno.

L'approfondimento era teso a comprendere l'impatto economico e culturale del peer-to-peer sia sul breve, sia sul lungo periodo.

I risultati sono interessanti: è stato infatti rilevato che il 30% della popolazione olandese utilizza tecnologie di scambio dati decentralizzate.

Il rapporto ha confermato che molti utenti sfruttano il P2P per acquisire opere coperte da diritto d'autore a sbafo: ciò nonostante, sebbene vi sia una ricaduta negativa sui profitti dell'industria nell'immediato, questi sarebbero coperti dal ritorno in termini di visibilità di quanto scambiato, che, conferma lo studio, si traduce in un aumento del numero di prodotti regolarmente acquistati dall'utenza, ed in particolar modo di musica e videogiochi.

Meno bene il cinema: secondo quanto rilevato infatti, chi scarica un film è meno propenso a ri-acquistarlo in un secondo momento, proprio perché "già visto".

Nel complesso, lo studio sembrebbe confermare una tesi che i sostenitori del filesharing spalleggiano da tempo: sì, vi sono molti che scaricano-e-basta, ma si tratta per la maggior parte di utenti che non sarebbero comunque disposti a pagare per il prodotto. In compenso, proprio grazie a queste tecnologie, i contenuti possono arrivare nelle mani anche di chi, altrimenti, non avrebbe mai conosciuto queste opere e che sceglie spesso di acquistarle in un secondo momento.

Un altro punto significativo riguarda le cifre investite in intrattenimento da chi scarica e chi no: non vi sarebbe infatti alcuna differenza fra le due categorie, come a dire, appunto, che il peer-to-peer non costituisce un canale sostitutivo a quello legale. Al contrario: coloro che scaricano videogiochi sembrano nettamente più propensi ad acquistarli rispetto ai videogiocatori estranei al fenomeno.

Lo studio si concentra quindi sulla delicata questione legislativa: in Olanda, il download di opere protette da diritto d'autore è consentito a patto che delle stesse sia fatto un uso strettamente personale. Al contrario, la condivisione delle stesse costituisce un'attività illegale. I ricercatori hanno però rilevato che aleggia ancora una forte incertezza fra gli utilizzatori della rete circa la normativa vigente, ed, ai più, non è ancora ben chiaro cosa sia leggittimo e cosa no.

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