Marco Gasperetti ha scritto:Ricercatori italiani e giapponesi hanno trasmesso dati alla velocità di 1,2 terabit al secondo
PISA – Il record mondiale è stato stabilito alle quattro del mattino di venerdì 5 settembre. Scenario dell'impresa i tetti di due edifici dell'area del Cnr di Pisa, nel quartiere Cisanello, dove i ricercatori italiani della Scuola Superiore di studi universitari Sant'Anna e i giapponesi della Waseda University e del National Institute of Information and communication technology di Tokyo, hanno per la prima volta nella storia delle telecomunicazioni trasmesso dati via wireless alla velocità di 1,2 terabit, mille e 200 miliardi di bit al secondo. Il precedente record, stabilito in Corea, aveva sfiorato una velocità dieci volte inferiore.
LA RETE DEL FUTURO - Un'impresa, quella pisana, che sarà pubblicata sulle più importanti riviste scientifiche ed ha straordinarie ricadute su Internet. E, anche se la strada è ancora lunga, c'è già chi parla di una porta aperta verso il wi-fi numero 2, quello del futuro, con possibilità di avere la banda larga ovunque e a basso costo e incrementare servizi di telerobotica e telemedicina. Per la super trasmissione, l'equipe guidata da Ernesto Ciaramella, docente alla scuola di eccellenza Sant’Anna, ha usato un trasmettitore, molto simile in apparenza a un autovelox mobile, con tecnologia fotonica. «La tecnologia impiegata si chiama Fso (Free space optics) – spiega il professor Ciaramella – e i due terminali usati nell'esperimento sono stati realizzati con tecnologie ottiche e un sistema di lenti, simile a quelle di un telescopio. La banda di trasmissione raggiunta, dopo quasi dodici ore ininterrotte di esperimenti, è stata eccellente. La velocità ha superato 1,2 terabit al secondo contro i 160 gigabit raggiunti da un gruppo di ricercatori coreani».
TRASMISSIONE - In altre parole "on the air" è stata superata una velocità di trasmissione fino ad oggi raggiungibile solo con la fibra ottica. E la fibra ottica è una tecnologia costosa, perché per cablare bisogna intervenire con opere in muratura o sventrare strade come se si posassero tubature dell'acqua o del gas. L'esperimento pisano è solo agli inizi. La tecnologia Fso oggi garantisce una buona qualità soltanto su distanze di pochi chilometri. Il futuro però è dietro l’angolo con grandi potenzialità di miglioramento. Teoricamente il wi-fi del futuro può superare i venti terabit al secondo contro i 70 megabit dell'attuale wi-max. Al Ceic (un centro di eccellenza sulle telecomunicazione della Scuola Sant'Anna sponsorizzato da Ericsson Communications), stanno lavorando per risolvere anche i problemi di disturbo del segnale. «Una delle ipotesi possibile è l’impiego di una doppia tecnologia – spiega Ciaramella –: fotonica e radio». Le applicazioni future del super wi-fi spaziano dalla telepresenza, alla telemedicina e alla tele robotica. Proprio a Pisa Paolo Dario, professore di robotica, ha avviato progetti per utilizzare la rete a banda larga per comandare robot a distanza. È un po’ il sogno dell’ubiquità, perché l’automa replica a distanza di migliaia di chilometri i movimenti dell’uomo che lo comanda vestendo esoscheletri, speciali "gusci" dalle forme antropomorfe. Una telepresenza che, con reti wireless a banda larga, potrebbe diventare un sogno alla portata di tutti.
Marco Gasperetti
11 settembre 2008
Fonte: Corriere.it
Nuovo record mondiale per la trasmissione ottica senza fili
Stabilito il nuovo record mondiale di trasmissione ottica senza fili. Il risultato è frutto di un esperimento effettuato da un team del Centro di Eccellenza per l’ingegneria dell’informazione e della comunicazione (CEIIC) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa in collaborazione con i partner giapponesi del NICT (National Institute of Information and Communications Technology) e della Waseda University. Il gruppo ha realizzato l’esperimento di un sistema di trasmissione ottica in aria libera composto da due ricetrasmettitori installati rispettivamente sul tetto dell'edificio del CEIIC e sul vicino edificio “A” del campus CNR (distanza: 210 m, circa).
Il sistema di comunicazione ottica prevedeva che i due “dispositivi di adattamento fra comunicazione in fibra e comunicazione ottica in aria” fossero "in visibilità" reciproca: i due apparati, collocati in alto, non erano soggetti a interruzioni dovute al passaggio di in persone/automobili. “Uno dei due ricetrasmettitori era collegato tramite fibra ottica alle apparecchiature presenti nel laboratorio del CEIIC del primo piano. La trasmissione dei dati è avvenuta con doppio passaggio, ovvero andata e ritorno: il segnale ottico è stato generato nel laboratorio del CEIIC (I piano), da lì trasmesso su fibra ottica al terrazzo dello stesso edificio e da qui inviato in aria (wireless ottico) al secondo edificio, dal quale è stato nuovamente trasmesso in aria per poi tornare in fibra ottica al laboratorio del CEIIC, dove le sue caratteristiche sono misurate. “Il risultato è stato una trasmissione di 1.2 Terabit/s (32 canali a 40 Gbit/s tipici della comunicazione su fibra ottica) che è largamente superiore al massimo valore sinora noto (16 canali a 10 Gbit/s) realizzato in Corea”, come spiega il professor Ernesto Ciaramella, docente di Telecomunicazioni al CEIIC della Scuola Superiore Sant'Anna, componente del team che ha seguito passo passo l’esperimento.
Le comunicazioni ottiche, attualmente, si realizzano trasmettendo il segnale su fibre ottiche: i sistemi di comunicazione che operano sulle fibre consentono di effettuare trasmissioni ad elevate capacità (parecchie centinaia di Gigabit/s, su una singola fibra). Sistemi di questo tipo sono attualmente in uso in tutto il mondo e costituiscono l’ossatura della rete mondiale di comunicazione di medio-lunga distanza, infrastruttura di base per la rete di fonia e per la rete Internet. L’uso di questo genere di comunicazioni non è però strettamente limitato alle fibre ottiche: in alcune occasioni, può essere conveniente realizzare collegamenti in aria libera (wireless) su distanze limitate. Ad esempio, questa tecnologia si può utilizzare per un veloce ripristino di una linea interrata non più disponibile (è stata usata a New York dopo l’11 settembre per collegamenti-ponte tra grattacieli rimasti privi di rete e grattacieli adiacenti ancora collegati). Può essere utile anche per evitare i problemi pratici legati alla posa di fibre (si pensi all’eventualità di stendere un cavo che attraversi un strada di grande percorrenza, interrompendone il traffico) o per connettere alla rete in modo flessibile le antenne di una rete cellulare o WiMAX. I maggiori inconvenienti di questa tecnologia sono legati alla elevata attenuazione dell’aria (paragonata alla attenuazione della fibra) alle difficoltà di avere i terminali di comunicazione esattamente allineati (compensando automaticamente per eventuali effetti di vibrazione) e, spesso, alla necessità di interfacciare direttamente il fascio ottico di arrivo (delle dimensioni di qualche centimetro) con una fibra, focalizzando il fascio ottico in arrivo sul nucleo centrale della fibra che ha una dimensione di qualche micron, ovvero circa 10.000 volte più piccolo. In genere, le trasmissioni di questo tipo sono instabili nel tempo, e sono limitate a valori di capacità trasmessa molto inferiori ai sistemi di fibre ottiche.
Pagina dell'Università degli Studi Superiori di Sant'Anna relativa all'evento