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Megaupload e Megavideo offline: arrestato il fondatore Kim Schmitz

20/01/2012 - news
Internet - Nella serata del 19 gennaio i siti di filesharing e videosharing sono diventati irraggiungibili. Indagate altre 6 persone, con l'accusa di violazione di copyright per la somma di 500 milioni di dollari.

La notizia ha fatto il giro del mondo e cori di protesta sono stati lanciati a suon di tweet: i siti megavideo.com e megaupload.com sono stati oscurati dall'FBI con l'accusa di aver causato più di mezzo miliardo di danni ai proprietari di materiale protetto da diritto d'autore e più di 175 milioni di dollari di proventi illeciti, come si legge nel comunicato (in lingua inglese) del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.

Le accuse

Diffusione massiva di materiale pirata in tutto il mondo, proventi illeciti e danni a innumerevoli proprietari dei relativi diritti d'autore hanno portato all'arresto di Kim Dotcom, aka Kim Schmitz e Kim Tim Jim Vestor, 37 anni, residente in Hong Kong e Nuova Zelanda.

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Tra la lista delle persone indagate o arrestate, sono presenti il Chief Marketing Officer Finn Batato, il graphic designer Julius Bencko e il co-fondatore Mathias Ortmann, Chief Technical Officer.

Ognuno di essi rischia un massimo di 20 anni per cospirazioni al fine di commettere estorsioni (racket), 5 anni per infrazione di copyright, altri 20 anni per riciclaggio di denaro, e la lista delle accuse potrebbe crescere.

Un portavoce dell'FBI rivela al Wall Street Journal che questa azione non ha nulla a che vedere con la recente legge SOPA in discussione al governo americano.

La reazione del popolo cybernauta

In Twitter la parola chiave Megaupload è schizzata ai vertici della classifica Tendenze mondiali degli tweet degli utenti, arrivando quarta alle ore 23 nel giro di poche ore.

Tra i messaggi più frequenti, proteste contro questa manovra; c'è chi rivela candidamente di aver usufruito di materiale sotto copyright e chi si lamenta per aver appena sottoscritto (e quindi perso) l'account Premium (un abbonamento a pagamento che permette all'utente di usufruire di alcuni vantaggi).

Inoltre, c'è chi ironizza dicendo "72 minuti di silenzio per Megavideo" e chi fa notare che ci sono molti servizi alternativi.

Tra i centinaia di tweet pure il canale degli Anonymous, AnonOps, si fa sentire dichiarando iniziata OpMegaupload, rendendo per protesta inagibili siti come universalmusic.com, RIAA.org e justice.gov, annunciando ogni nuovo sito con il messaggio "TANGO DOWN! ", come già successo in passato.

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