Queste persone sono state in carcere, nel momento del fatto sembrava che lo stato italiano dovesse cadere e che questi fossero dei rivoluzionari peggio di Fidel Castro, adesso dopo 10 anni di processi e chissà quanti soldi spesi ci si viene a dire che non è successo niente.
Che la cosa fosse stata una mezza carnevalata era chiaro sin dall'inizio, però un tot di reati sono stati commessi, dal dirottamento del ferry boat che ha portato il "tanko" in Piazza San Marco, al procurato allarme, al casino di polizia che si è mossa per andare a scovarli sul campanile.
Adesso gli imputati chiederanno il rimborso dei danni allo stato italiano?
Come sempre, evviva la (in)giustizia italiana.
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La Procura di Padova: il fatto non sussiste. Giustizia dopo dieci anni d’attesa Serenissimi: assolti!
«La Corte d’Assise di Padova assolve gli imputati dai reati loro ascritti perché il fatto non sussiste». Con la formula più ampia di assoluzione finisce, dopo dieci lunghi anni, l’incubo per Gilberto Buson, Flavio e Cristian Contin, tre degli otto Serenissimi che, nella notte fra l’8 e il 9 maggio 1997 (in occasione della ricorrenza del bicentenario della soppressione della Repubblica da parte di Napoleone Bonaparte), occuparono piazza San Marco e il campanile di San Marco a Venezia. «Si tratta di un altro fallimento della giustizia italiana - commenta il capogruppo leghista in Regione Veneto, Franco Manzato - il popolo veneto aveva da tempo capito il significato del loro gesto e li aveva già assolti tutti da subito».
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Per chi non si ricorda cosa era successo.
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"Doveva essere un’azione dimostrativa, una scudisciata al Veneto dove risuonava ancora la parola «secessione» urlata da Umberto Bossi pochi mesi prima sulla Riva degli Schiavoni.
Gli otto Serenissimi (Buson, due Contin, Barison, Peroni, Menini, Faccia, Viviani) partirono dal Padovano armati di un mitragliatore Mab residuato della Seconda guerra mondiale e nascondendo su un camion l’arma segreta: il «tanko», un autocarro camuffato da carro armato.
Arrivarono al Tronchetto vestiti in mimetica, caricarono il «tanko» su un traghetto, spianando il Mab fecero attraccare il ferry-boat in piazza San Marco, scaricarono l’autoblindo e diedero l’assalto al campanile. Alle autorità dissero che avrebbero cominciato le trattative appena fosse giunto il loro ambasciatore: Segato. Ma poco dopo le 8 del mattino del 9 maggio i carabinieri del gruppo d’intervento speciale, le teste di cuoio specializzate nell’antiterrorismo, sventarono il tentativo. Tutti in carcere."