da Archangel256 » sab giu 16, 2012 4:44 pm
Alcuni degli ultimi film che ho visto (o rivisto):
The tree of life In breve: Film meraviglioso, meditativo, ritmo molto disteso, immagini e musica suggestive, antinarrativo, poetico, non è per tutti.
Nel dettaglio: Sarò sincero: forse non sono stato in grado di cogliere pienamente la simbologia e il messaggio di questo film. Quello che so è che è un viaggio suggestivo, poetico, fatto di immagini, musica e (poche) parole. E' un film che parla di vita: della vita in generale, dei suoi misteri, delle sue contraddizioni, dei suoi dolori e delle sue meraviglie, di una panteistica forza vitale che, sia essa grazia o natura, è contenuta nell'immensamente grande così come nell'infinitamente piccolo.
E' anche la storia di una vita: quella di Jack (Sean Penn), che, ormai adulto, ripercorre la sua infanzia nel Texas degli anni '50. Dentro di lui quella magica stagione vive ancora: la madre dolce e amorevole, il padre autoritario che vuole fare di lui un vero uomo e la tragedia di un fratello minore scomparso prematuramente, sono tutti elementi che compongono il percorso interiore di Jack e che invitano anche lo spettatore a meditare, alla ricerca di un senso, di un qualcosa di più grande che possa trascendere i limiti dell'esperienza umana.
E se con la ragione non riusciamo a trovare delle risposte, forse possiamo accontentarci della formula/ricetta per la felicità che questo film ci suggerisce: "Fai del bene, meravigliati, spera." 4/5
Il dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba: capolavoro di humour nero e di antimilitarismo e ancora tremendamente attuale. 5/5
Le gamin au vélo I fratelli Dardenne, che da sempre hanno a cuore le infanzie "difficili", si lasciano alle spalle quasi tutti i particolari più angosciosi del loro cinema (prima tra tutte la camera a mano che seguiva quasi ossessivamente i protagonisti) per raccontare una storia dal sapore più fiabesco, forse meno incisiva, ma dal respiro più universale. 4/5
Il nastro bianco Un film del 2009 in bianco e nero? Ma questo bianco e nero crea un contrasto violento che contribuisce ad alimentare la sensazione di qualcosa di terribile in agguato e Haneke, mentre porta avanti la sua spietata analisi dell'umanità e si interroga (e noi con lui) sull'origine del male, non dimentica di omaggiare con la sua regia i grandi del passato, Bergman in testa. 5/5
I want to be a soldier L'intera vicenda appare alquanto improbabile e il film è talmente didascalico che finisce per diventare parte di quel sistema (la banalizzazione della violenza nei media) che vorrebbe invece criticare. 1/5
Il primo uomo Viaggio poetico nell'infanzia di Albert Camus (e in parte dello stesso Amelio), uomo senza padre alla riscoperta delle proprie radici in un'Algeria alle prese col proprio passato e con una vergognosa guerra coloniale, alla ricerca di un nuovo inizio. 3/5
Sister (L'Enfant d'en haut), è l'opera seconda della promettente Ursula Meier, già regista dell'apprezzabile tragicomeddia familiare "Home".
Ha visto giusto chi ha paragonato, per stile e tematiche, questo film alle opere dei fratelli Dardenne: c'è il dramma dell'infanzia distrutta e c'è lo stile crudo e asciutto, che lascia poco spazio ai sentimentalismi. Il dodicenne Simon (uno straordinario Kacey Mottet Klein) conduce una doppia vita: in cima alla montagna, nelle stazioni sciistiche per ricchi, sfoggia occhiali alla moda, casco di marca, giacca a vento all'ultimo grido, sci da competizione nuovissimi. Ovviamente tutto rubato. E lui, che non sa nemmeno sciare, non si gode il frutto dei suoi furti, ma trascina tutto a valle, dove vive, povero in mezzo ai poveri, con l'irresponsabile "sorella" maggiore, che mantiene rivendendo la refurtiva come merce d'occasione.
In questa cronaca verista dei fatti, che cerca di non schierarsi e di non dare facili giudizi sulla nostra società, una cosa comunque colpisce ed è la solitudine a cui Simon è condannato dall'indifferenza di tutti. Da solo prende ogni giorno la funivia che lo porta in cima, da solo ritorna col suo pesante carico ad una casa troppo spesso vuota. La sua unica famiglia è la Sister dalla quale prende il titolo il film, troppo occupata a correre dietro agli uomini sbagliati e a bersi i soldi portati a casa dal fratellino per potersi occupare veramente di lui, o anche solo per rispondere a quel bisogno di attenzione e d'affetto che il ragazzo va disperatamente cercando, tanto da inventarsi una nuova vita per fare colpo su una sciatrice straniera. Tra i suoi coetanei ha clienti e ammiratori, ma nessun amico e rimane di fatto un emarginato. Ed è così che lo vede anche un improbabile aiuto cuoco, interessato solo al proprio tornaconto, che non esiterà ad approfittarsi di lui diventando ben presto il suo ricettatore. Nemmeno le vittime delle sue scorribande, quando viene beccato, sembrano considerarlo qualcosa di più che spazzatura (emblematica in questo caso una scena).
Eppure ecco che, dopo una sconvolgente rivelazione e l'ennesimo furto finito male, nel finale fa capolino (e anche qui l'influenza dei Dardenne si fa sentire) un po' di speranza. Non è certo un finale liberatorio, ma almeno è aperto, e tanto basta. 4/5
Un mondo perfetto Se alla fine i buoni, guidati da Clint Eastwood, devono vincere per forza e i cattivi non sono poi così cattivi, nelle distese sconfinate del Texas degli anni '60 una caccia ad uno strano rapitore non può che diventare un'avventura drammatica, ma tenera, all'insegna degli affetti perduti, un'epopea sul rapporto padre/figlio, una fuga struggente verso la libertà, verso il "mondo perfetto", che ovviamente non esiste e non esisterà mai. 4/5
We need to talk about Kevin Da dove nasce il male? E' qualcosa che viene da fuori, o è sempre in agguato dentro di noi, pronto a strisciare fuori e a corrompere tutto, anche quel legame speciale tra una madre e un figlio? Film strano, inquietante, che dà parecchio su cui riflettere. 3/5
Ingannevole è il cuore più di ogni cosa Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo? E davvero è ingannevole il cuore, se il piccolo Jeremiah, pur di aggrapparsi all'amore malato di mamma Sarah / Asia Argento, è pronto a cadere/sprofondare con lei in un abisso di abusi, violenza, droga, prostituzione.
Com'è l'inferno visto dagli occhi ingenui di un bambino? E' un viaggio senza fine e senza speranza, che ha il sapore di un trip in acido, in un mondo abitato da creature grottesche. Dai nonni oscurantisti religiosi ai cowboy camionisti violenti, dalle "lucertole da parcheggio" come la sregolata Sarah ai pedofili incalliti, passando per assistenti sociali esauriti e spacciatori professionisti, non c'è nessuna umanità nella quale riporre fiducia, nessuno che possa salvare Jeremy: come potrebbero, se non riescono nemmeno a salvare loro stessi? 3/5
Correndo con le forbici in mano: purtroppo questo film non ha saputo cogliere lo spirito dell'omonimo libro: pur mettendone fedelmente in scena alcuni episodi, non riesce a legarli tra loro e, nel tentativo di risultare una commedia leggera, trascura la dimensione drammatica e introspettiva del protagonista e l'accusa, velata d'ironia, ma decisa, al mondo adulto, che sono invece tra i punti cardine del romanzo. Film lento, due ore di noia, esclusi pochi momenti ben riusciti. 2/5
Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero