Lo stato italiano non dimentica mai nessuno.
![Contrario [:p]](http://www.megalab.it/forum/images/smilies/thumbdown.gif)
Nel ’75 aveva chiesto di fare il bidello, convocato ieri
La burocrazia a volte è crudele. Soprattutto quando nessuno si preoccupa di mettere in atto correttivi per snellirla ed aggiornarla. La lettera di assunzione spedita dall’Ufficio Scolastico Provinciale di Torino (l’ex Provveditorato) a un uomo, morto quindici anni fa dopo aver presentato una domanda per fare il bidello, ne è un esempio.
Il racconto
A raccontare la storia di Antonio Giannitti è figlio Fabio: «Qualche giorno fa ho ricevuto un telegramma indirizzato a mio padre. Era una convocazione all’ufficio scolastico per il conferimento dell’incarico come collaboratore scolastico per quest’anno. Cioè avrebbe dovuto essere assunto come bidello. E in quella circostanza mio padre avrebbe potuto anche compiere una scelta fra diverse scuole. All’inizio pensavo ci fosse stato un errore, perché mio padre purtroppo è morto nel 1992. Così sono andato negli uffici scolastici per chiarire questa ‘’anomala’’ circostanza. Qui mi è stato risposto che era tutto regolare perché mio padre, peraltro a mia insaputa, aveva presentato nel 1975 , l’anno dopo essere arrivato da Napoli, una domanda per accedere alla graduatoria dei bidelli nelle scuole».
Fabio ha voluto vedere quella graduatoria: «Ho scoperto, con amara sorpresa, che si trattava di persone quasi tutte nate intorno al 1945». A quel punto non è mancato un certo scoramento, Antonio è morto a 46 anni di infarto dopo vent’anni di Fiat: aveva lavorato al Lingotto e poi nella galleria del vento di Orbassano. «Se oggi mio padre fosse ancora in vita avrebbe più di 60 anni - aggiunge Fabio -. Chissà che faccia avrebbe fatto dopo aver lavorato una vita come operaio metalmeccanico nell’aprire quel tanto sospirato telegramma».
Per fortuna questa è un’amarezza che tocca a pochi: «Credo che non siano molte le persone di quell’età che si presentano alla convocazione per la scelta di un posto di lavoro come bidello. E quasi tutti per declinare l’invito. I loro nomi saranno dunque cancellati, ma i loro sogni di un impiego statale e i sacrifici di una vita intera, quelli no purtroppo».
Il meccanismo
Quale sia il diabolico marchingegno burocratico che ha portato a questa situazione lo spiega il dottor Antonio Catania, dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Torino: «E’ tutto vero ed è anche tutto regolare. Il signor Giannitti aveva presentato una domanda nel 1975. La sua richiesta era stata valutata sulla base dei titoli, a quei tempi bastava la quinta elementare. Era stato giudicato idoneo per la graduatoria. In graduatoria era intorno al posto numero 16 mila, su circa 18 mila». Un elenco dal quale sono stati assunti bidelli in tutti questi anni.
«Tutti coloro che avevano fatto domanda - prosegue il funzionario avevano il diritto a mantenere la posizione, non era prevista la clausola - come per gli insegnanti - secondo la quale la domanda decade se non viene reiterata dopo tre anni». Ma possibile che nessuno abbia prestato attenzione all’età? «Non è vero vengono depennati automaticamente tutti gli anziani di oltre 65 anni, cioè pensionabili. Non c’è modo, invece, di controllare se i candidati sono ancora in vita: non possiamo fare controlli incrociati con tutte le anagrafi. Questa graduatoria bidelli è stata smaltita in tutte le provincie del Piemonte (dove adesso si assume attraverso il Collocamento) eccetto che a Torino. Questo sta comportando la chiamata di potenziali bidelli anche di una certa età». Quanto tempo sarà necessario ad esaurire questa lista d’attesa? «Ormai pochissimi mesi. Ora il ministero sta anche pensando ad un nuovo concorso che sarà aperto solo a persone almeno diplomate, anche perché - in tutti questi anni - il ruolo del bidello è cambiato. Oggi, questi lavoratori svolgono un ruolo diverso, più integrato nella vita scolastica degli istituti».
La stampa