Interessante, molto, anche perché ormai è pacifico che la virtualizzazione sarà sempre più centrale nel futuro del computing, visto che l'hanno integrata persino sui die dei processori.....
Però c'è una cosa che mi sfugge: a che pro caricare l'ipervisore dalla motherboard prima ancora di caricare il sistema operativo "reale" e POI ancora quello virtualizzato? Mi pare ci si spinga un po' troppo oltre, visto che in pratica con un approccio del genere l'unico ad avere accesso all'hardware reale è potenzialmente l'ipervisore stesso e nient'altro. O c'è qualcosa che mi sfugge?
Io ho sempre pensato alla virtualizzazione come ad una "seconda fase" operativa a PC acceso, non certo come condizione di partenza anche perché così è come avere un Palladium ancora più pernicioso, che non solo ti dice quel che puoi fare e non fare con i tuoi fottuti dati ma ti impedisce di accedere persino all'hardware!
A che pro? boh....