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Petizione EFF contro le denunce del file sharing

a cura di The King of GnG
15/06/2006 - news
Archivio - Iniziativa dell'associazione che difende le libertà digitali per cercare di porre un freno alla persecuzione giudiziaria messa in atto dalle associazioni di categoria nei confronti dei cittadini americani..

01_-_EFF_logo.gifLa Electronic Frontier Foundation è un'organizzazione no profit che ha come missione la difesa dei nuovi diritti dei cittadini della rete e della società dell'informazione. La sua azione costante di divulgazione e difesa (primariamente nei tribunali ma non solo) delle nuove libertà del moderno mondo interconnesso l'hanno sempre vista in prima linea contro le forzature e gli eccessi del controllo tecnologico e dei protezionismi delle grandi corporazioni e degli apparati di stato, eccessivamente curiosi nei confronti dei dati personali dei cittadini.

Tra i tanti casi eclatanti di prevaricazione e mortificazione del libero sviluppo tecnologico spicca sicuramente la strategia giudiziaria di RIAA, l'associazione dei discografici americani tristemente nota a tutti per essere particolarmente attiva nel perseguire teenager e nonnine defunte (rif. RIAA accusa: anche i morti rubano la musica col P2P!) per il download di MP3 dalle principali reti di file sharing. RIAA ha da tempo messo in atto quella che la EFF stessa definisce una "crociata irrazionale" nei confronti dell'americano medio, trascinando in tribunale dodicenni, studenti di college e appassionati di musica digitale, adducendo come alibi a tale sconsideratezza la necessità di salvaguardare gli interessi degli artisti scritturati dalle etichette discografiche attraverso la strenua difesa del diritto di copyright.

02_-_Music_sharing.jpgCome risultato di questa santa crociata della paladina del diritto d'autore, dopo oltre 18.000 azioni legali, il Peer-to-Peer è in ascesa costante, per giunta in continua mutazione per adattarsi all'inasprimento delle azioni di contrasto. Di contro, ci dice EFF, non un singolo centesimo è stato riconquistato per il risarcimento dei danni presunti agli artisti che RIAA sostiene di voler difendere. Gli artisti stessi, e le etichette che li rappresentano, hanno cominciato a rigettare la strategia persecutoria, denunciando a loro volta RIAA (rif. RIAA denunciata dai discografici!).

In relazione a tutto ciò, EFF, associazione di esperti, giuristi e visionari, sta promuovendo una petizione, da spedire al Congresso degli Stati Uniti, perché tale follia cessi immediatamente, restituendo dignità a più di 60 milioni di americani, ora come ora trattati come potenziali criminali, e perché si giunga alla realizzazione di un sistema legale che salvaguardi nel contempo il libero sviluppo del file sharing e il diritto degli artisti di essere equamente ricompensati per il loro lavoro. Ad oggi, la petizione è stata firmata da 80.000 persone, in attesa di raggiungere la soglia critica di 100.000 sottoscrizioni necessarie per inviare l'appello agli organi competenti.

Consapevoli che la questione riguarda un po' tutti, e sempre con un occhio di riguardo ai fatti americani e le sicure ripercussioni in tutto il mondo, riportiamo ampi stralci della petizione, invitando chi fosse interessato a consultare la pagina che EFF ha dedicato all'iniziativa, raggiungibile a questo link.

"Al Congresso degli Stati Uniti:

Siamo i consumatori delle etichette rappresentate Recording Industry Association of America (RIAA). Noi amiamo la musica e volentieri pageremmo un prezzo ragionevole per essa, ma siamo scandalizzati dalle tattiche di RIAA di perseguire legalmente i comuni cittadini americani per il file sharing.

..........

Noi rispettiamo una legge sul copyright ragionevole, ma ci opponiamo fermamente al rinforzo del copyright ottenuto a spese della privacy.......

Vi esortiamo, come nostri rappresentanti al Congresso, affinché fermiate questa follia.

..........

Vogliamo un'amnistia reale: lo sviluppo di istituti legali alternativi che preservino la tecnologia del file sharing, garantendo nel contempo che gli artisti vengano giustamente ricompensati.

Vi ringraziamo sinceramente per il Vostro tempo."

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