Questa volta a parlare è Bill Gates III in persona. Secondo quanto riportato in una sua recente intervista, il formato Blu-ray, che nell'ultimo periodo ha ottenuto un numero sempre crescente di adesioni da parte delle multinazionali cinematografiche (Rif. Toshiba, HD DVD in ritardo. Anzi, forse no...), usa un sistema di protezione che Gates definisce "anti-consumer".
"Il problema principale", dice Gates, "è che lo schema di protezione usato da Blu-ray va contro i consumatori e spesso la cosa non viene messa nella giusta visibilità. L'inconveniente è che gli Studios usano un livello eccessivo di protezione, e la cosa va a discapito dei consumatori e non funzionerebbe a dovere sui PC. Non sarebbe possibile (con queste protezioni ndR) visionare i film e creare software in maniera adeguatamente flessibile".
Come precedentemente riportato, entrambe i formati dei nuovi dischi ad alta definizione utilizzano il tipo di protezione AACS, ma Blu-ray dal canto suo aggiunge due ulteriori livelli di protezione definiti ROM Mark e BD+ (per maggiori informazioni si rimanda alla news precedente già indicata).
La protezione ROM Mark, in particolare, permette di inserire un marcatore digitale in un punto molto ben definito nella traccia scritta sul disco, archiviando le sue coordinate fra i dati. Ogni masterizzatore Blu-ray differisce lievemente dall'altro, e quindi scriverà il marcatore in un punto diverso del disco. Sfruttando questa vera e propria "impronta digitale", il lettore potrà riconoscere i dischi copiati da quelli originali e potrà rifiutarsi di processarli.
Una vera manna per le major cinematografiche, che ogni anno perdono ingenti quantità di denaro a causa della pirateria e dei dischi contraffatti. E il motivo principale, inoltre, per cui il formato Blu-ray sta diventando lo standard d'elezione di molte delle compagnie cinematografiche, che vedono profilarsi all'orizzonte uno strumento (in teoria) notevolmente più efficace per combattere la contraffazione dei loro prodotti.
Di parere diametralmente opposto Microsoft e Intel, la cui posizione è molto ben sintetizzata dalle parole di Gates riportate all'inizio: nell'ottica dell'utilizzo del PC come strumento di fruizione di contenuti ad alta definizione (Home Theatre PC), un buon sistema di protezione deve rendere sì difficoltosa la copia, ma non deve impedire la possibilità di trasferire, naturalmente rispettando apposite restrizioni DRM, quegli stessi contenuti su disco fisso, rendendo agevole l'uso del PC come catalizzatore centrale dell'intrattenimento domestico.
Gli schieramenti si sono dunque delineati: da una parte i player del settore informatico, decisi a non penalizzare l'espansione e la convergenza di media possibile con i moderni PC multimediali, dall'altra le case cinematografiche, convinte più che mai a debellare il fenomeno della contraffazione e della copia illecita.
Anche se Intel e Microsoft si dichiarano disponibili a supportare anche Blu-ray qualora il consorzio guidato da Sony venisse incontro alle loro esigenze, la frattura sembra al momento insanabile, e getta nuove luci sui motivi sostanziali dell'abbandono delle trattative di mesi or sono per la realizzazione di un formato comune (Rif. Blu-ray vs HD DVD, la tregua è finita).
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