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Concesso l'appello per gli amministratori di The Pirate Bay

a cura di Zane
10/09/2009 - news
Filesharing Peer-to-peer - La data è fissata per novembre: riusciranno "brokep" e soci a ribaltare la sentenza di primo grado? Sebbene l'esito sia più che mai incerto, già fioccano le polemiche: anche il nuovo giudice è legato ad associazioni pro-copyright.

La Corte svedese ha concesso e fissato la data del dibattimento per la richiesta di appello avanzata dagli amministratori di The Pirate Bay.

Il 9 novembre corrente anno quindi, Peter "brokep" Sunde e gli altri tre referenti del tracker torrentistico più popolare della rete potranno cercare di convincere il giudice che la pesante condanna con la quale si è concluso il processo in primo grado non sia stata corretta.

È importante notare che non si tratta del tanto cercato "annullamento" richiesto nei mesi scorsi, ma piuttosto del ricorso in appello: questo significa che lo svolgimento del procedente processo rimarrà comunque valido.

In caso i quattro riuscissero nell'impresa comunque, la sanzione di quasi un milione di dollari a testa imposta come risarcimento per i danni cagionati all'industria dell'intrattenimento potrebbe essere annullata, o quantomeno ridimensionata.

Nell'eventualità invece che la sentenza venisse confermata, la questione si farà ulteriormente ingarbugliata: i condannati non avranno altre possibilità di appello, ma è ormai accertato che nessuno di loro detiene beni personali sufficienti a pagare quanto dovuto.

Il portavoce di The Pirate Bay ha comunque già preannunciato che chiedrà di posicipare il processo, poiché alcune delle persone coinvolte sono attualmente impegnate su altri fronti: sebbene Sunde non abbia chiarito di cosa si tratta, è sicuramente lecito presumere che si stesse riferendo alla cessione del sito a Global Gaming Factory X, tormentata vicenda in corso da ormai parecchi mesi.

Sebbene la data sia ancora lontana, già fioccano e prime polemiche: il giudice incaricato di valutare il futuro degli admin è ora tale Ulrika Ihrfelt. I contestatori hanno però sottolineato che la signora Ihrfelt era stata già in precedenza assegnata a condurre il processo in primo grado, ma poi rimossa dall'incarico a causa dei propri legami con associazioni pro-copyright.

All'epoca si opto quindi per Tomas Norström: una scelta che, comunque, poche settimane dopo la conclusione del processo non si rivelò poi così super partes quanto si voleva far credere.

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