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Fotoritocco sotto accusa: l'alterazione delle immagini fa male all'autostima femminile

a cura di Zane
17/08/2009 - news
Tecnologia & Attualità - L'uso indiscriminato di alcuni strumenti digitali consente di generare ideali di bellezza irraggiungibili. Qualcuno non ci sta, e chiede l'esclusione di certe tecniche dalle inserzioni pubblicitarie indirizzate ai più giovani. La replica di chi produce Photoshop: "così si ignorano gli scenari leciti".

La parlamentare democratica Jo Swinson è sul piede di guerra: secondo la donna, le tecniche di fotoritocco applicate alle inserzioni pubblicitarie stanno danneggiando le salute ed il livello di autostima dei più giovani. Tale pratica dovrebbe quindi essere vietata, perlomeno nelle inserzioni rivolte ai ragazzi.

"Dobbiamo ottenere un cambiamento nei media e nel modo in cui le donne sono indotte a confrontarsi con un ideale di bellezza estremamente restrittivo" ha dichiarato la parlamentare del Regno Unito.

La proposta completa verrà discussa a settembre. In caso dovesse essere approvata, il disegno si tradurrebbe in un una legge che, di fatto, vieterebbe l'utilizzo di tecniche di fotoritocco nella pubblicità destinata agli under 16.

"Le ragazze sono sempre più preoccupate della propria immagine" ha ricordato ancora miss Swinson "Abbiamo constato addirittura di bambine di 10 anni sottopostesi a diete".

La risposta di Adobe

La replica del colosso Adobe non è tardata (risposta non certo disinteressata, dato che l'azienda sviluppa e commercializza "Photoshop", uno degli strumenti di fotoricotto più diffusi a livello professionale).

"Cercare di escludere una qualsiasi tecnica di editing ignora gli usi leciti che è possibile farne." ha protestato pubblicamente una portavoce del gruppo "Al contrario, noi incoraggiamo i pubblicitari ad utilizzare in modo responsabile questi strumenti, e siamo felici che la disponibilità pubblica di tool per il fotoritocco digitale rende possibile anche ai bambini comprendere che le foto mostrate dalle riviste possono essere state facilmente alterate".

L'opinione: una questione aperta

Come abbiamo avuto modo di precisare anche nel nostro celebre articolo "Bellezze digitali", è pratica diffusa fra i centri di comunicazione applicare pesati tecniche di perfezionamento digitale alle immagini utilizzate, che possono arrivare a stravolgere visibilmente la realtà

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D'altro canto, tecniche per l'alterazione di quanto percepito esistevano anche prima dell'avvento della grafica digitale: riposizionare le luci, applicare un makeup più pesante, nascondere le imperfezioni con veli e materiale scenico opportunamente posizionato, fino ad arrivare alla correzione su negativo o direttamente su stampa del materiale, sono solo alcuni esempi.

Certo, l'avvento del digitale ha abbattuto i costi e reso tutto più semplice, ma è difficile non chiedersi se nel mercato globale reso possibile dalla velocità di Internet possa avere un senso cercare di imporre vincoli legislativi di questo tipo: non sarebbero forse più efficaci campagne di sensibilizzazione in materia, o l'introduzione di spazi appositi all'interno dei percorsi di studi giovanili?

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