Abbiamo dimostrato, grazie alla lungimiranza dei nostri attuali governanti e alla solerzia delle forze dell'ordine sempre pronte a obbedir tacendo, di essere parecchio bravi quando si tratta di perseguire le nuove tecnologie con logiche ottuse e retrive di sanzionamento e persecuzione.
Ma ora la classifica annuale della Economist Intelligence Unit sull'innovazione tecnologica ci fa cortesemente sapere che peggio di noi, nell'Unione Europea, hanno fatto solo il Portogallo e Grecia.
Su 65 paesi oggetto della ricerca, l'Italia conquista un ben misero 24° posto, arretrando di una posizione rispetto al 2004. Non solo l'Italia è superata da Spagna e Francia, ma viene addirittura doppiata Germania.Secondo gli esperti Intelligence Unit, per essere competitivi occorre una sinergia tra pubblico e privato, investimenti ed impegno costante "in grado di creare valore per le istituzioni, per le imprese e per i singoli cittadini". Cosa questa che evidentemente manca in Italia.
Gli analisti hanno tenuto conto di 100 categorie di analisi quantitativa e qualitativa, divise in 6 grandi macrogruppi: la diffusione dei punti di accesso delle connessioni wireless, la sicurezza generale delle reti, l'alfabetizzazione informatica dei cittadini eccetera... Nella stesura della classifica è stato poi considerato il livello delle infrastrutture tecnologiche ed il clima economico generale, nonché le variabili socio-culturali e politiche dei paesi considerati.
Tra i risultati più interessanti dei test, oltre alla magra figura che ancora una volta ci han fatto collezionare Urbani & Co., gli stati scandinavi si confermano pionieri, seguiti dagli Stati Uniti, mentre Hong Kong dimostra di essere lo stato più tecnologicamente dinamico del sud-est asiatico, conquistando l'8° posto.
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