Molti osservatori del mercato dell'intrattenimento ne erano sicuri: era solo questione di tempo prima che la vendita di contenuti veicolati tramite Internet superasse il giro d'affari generato dai CD fisici.
A raggiungere per prima il traguardo è stata Atlantic, etichetta controllata dal colosso Warner Music Group: stando a quanto riportato da NYTimes, il digitale costituisce il 51% del fatturato totale dell'ultimo trimestre.
Ma quello di Atlantic potrebbe essere un caso isolato di uno scenario che, secondo Forrester Research, non sarà condiviso da tutta l'Industria se non a partire dal 2011. Proprio Warner riportata infatti dati differenti: per la controllante, gli acquisti digitali costituiscono solamente il 27% del totale di quanto presente a catalogo.
Risultati analoghi emergono anche dal mondo dell'editoria e quello della TV: nomi quali NBC o lo stesso New York Times segnalano come gli introiti del digitale rappresentino solo una piccolissima parte del totale.
Nonostante Internet sia destinata a divenire la fetta più grossa del giro d'affari del settore, l'intera torta si sta rapidamente riducendo: le analisi compiute da Forrester Research indicano infatti un declino progressivo nella vendita di musica, che porterà il fatturato totale dell'Industria a 9.2 miliardi di dollari entro il 2013, contro i 10.1 miliardi previsti per il 2008 e i 14.6 del 1999.
Tutta colpa del peer-to-peer illegale? Davvero difficile a credersi: parallelamente alla contrazione nelle vendite di CD, nuove forme di intrattenimento (come i videogiochi) crescono rapidamente, catturando i denari dei consumatori in modo molto più incisivo rispetto a quanto non avvenisse in passato: uno studio pubblicato da Ars Technica nel 2007, ipotizza addirittura che tale mercato possa raggiungere dimensioni doppie rispetto a quello della musica entro il 2011.
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