La motivazione addotta è che dopo accurate indagini risulta che il 5% dei loro clienti, delinquenti matricolati dediti al P2P e allo scambio illegale di preziosi film e canzoni protetti da (c)opyright, arriva a consumare oltre il 50% della banda a disposizione, "danneggiando" la rimanente clientela.
Ora, credo sia banale dire che già il nome della Company ne qualifica strategia e obiettivi... si accennava in precedenti post al cambio di rotta adottato dalle major per contrastare il fenomeno del peer-to-peer a tutela dei loro interessi di bottega, pur se in nome di noi tutti. Bene, pare che la nuova frontiera della persecuzione si stia spostando dalle aule dei tribunali ai portafogli di noi tutti. Tassando l'uso intensivo di internet si colpisce nel mucchio, ma ogni 10 contusi probabilmente uno è un "pirata" quindi il gioco vale la candela.
Oltretutto si scoraggia anche il fenomeno dell IPTV e del noleggio digitale dei film (sempre a rischio hacker), a tutto vantaggio dei cari vecchi dischi da 40 €uro l'uno... e chi ha scelto l'esclusiva del formato DRM-friendly blu ray proprio la scorsa settimana? Warner? Ma vah?
Certo si potrebbe obiettare che quel 5% di utenti che satura la banda non fa altro che sfruttare al meglio un servizio per il quale ha onestamente pagato, si potrebbe dire che nell'ottica del progresso sia meglio potenziare l'infrastruttura di rete che scoraggiare il consumo, ma questi sono ragionamenti sensati, inutile applicarli a gente che concepisce la tecnologia come un vantaggio solo quando si piega ai suoi interessi economici, e una minaccia da stroncare quando invece non lo fa. Resta la paura che questa bella pensata si sparga a macchia d'olio, magari con una spintarella sottobanco da parte di qualche lobby, e tra qualche anno ci si ritrovi tutti a navigare su spogli siti stile Netscape 1.0, con qualche sporadica Gif qua e là, così da risparmiare prezioso traffico... che progresso eh?