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La grande rapina: 200 milioni in meno per il volontariato

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La grande rapina: 200 milioni in meno per il volontariato

Messaggioda crazy.cat » mar ott 23, 2007 10:38 am

È la fine del cinque per mille così come lo conosciamo. Di fatto, la trasformazione della donazione volontaria via dichiarazione dei redditi, che l’anno scorso è stata scelta da 16 milioni di contribuenti, in uno stanziamento molto ridotto che lo Stato distribuirà tra le organizzazioni non profit, ospedali, centri di ricerca ed enti culturali. La voce girava già da qualche tempo negli ambienti del volontariato e la conferma è arrivata ieri mattina con il libretto che riunisce gli emendamenti alla Finanziaria 2008. Per la precisione all’ultima riga di pagina 85.

La proposta di modifica presentata in Senato, firmata dal governo, reintroduce nella manovra la possibilità di destinare «una quota pari al 5 per mille dell’imposta sul reddito» a organizzazioni non lucrative dalle finalità sociali, enti di ricerca e università. Ma poi, all’ultimo comma, sancisce che per questa finalità la spesa autorizzata è limitata a un «massimo di 100 milioni di euro per l’anno 2009».
Questo significa che se gli italiani decideranno di destinare, come l’anno scorso, una cifra complessiva intorno ai 330 milioni, lo Stato se ne terrà 230.
«Una presa in giro», è stato il commento più gettonato nel vasto arcipelago del non profit - che va dalla Federazione dell’impresa sociale-Compagnia delle opere a Emergency - e, tra i politici più sensibili, al mondo del volontariato. Una presa in giro, ha spiegato il senatore dell’Ulivo Francesco Ferrante - che con Luigi Bobba nei giorni scorsi aveva denunciato il rischio del tetto a 100 milioni - perché «il cittadino è convinto di versare il cinque per mille e invece fa una donazione che rischia di essere al massimo dell’uno per mille delle sue imposte, visto che quest’anno, senza soglia, la somma raccolta si prevedeva potesse arrivare a 500 milioni».

Perché a cambiare, di fatto, è il metodo di calcolo. Se nella prima versione, quella pensata da Giulio Tremonti, ministro dell’Economia del governo Berlusconi, con il cinque per mille il contribuente sapeva esattamente quanto donava, con il tetto del governo la sua firma e il suo reddito serviranno solo a determinare quale quota dei 100 milioni di euro prenderà l’organizzazione non profit che vuole sostenere.

«Ci sentiamo presi in giro», protesta Antonio Mandelli, presidente della Fis-CdO, uno dei protagonisti del braccio di ferro con il governo per fare sopravvivere quella che il mondo dell’impresa sociale considera una importante forma di sovranità. L’unica imposta che il contribuente può decidere come impiegare. Per Mandelli serve «una stabilizzazione della normativa sul cinque per mille per ben due volte ignorata nel testo della Finanziaria e poi aggiunta in zona Cesarini sempre con la medesima giustificazione: una svista». Perché nella scorsa Finanziaria il cinque per mille non era stato rinnovato. Il governo disse che si era trattato di un errore e lo inserì di nuovo, con una soglia di 250 milioni di euro che poi fu elevata a 400 milioni. Anche quest’anno del cinque per mille non c’è traccia nel testo della Finanziaria varato dal governo. Poi è arrivata l’assicurazione del ministro della Solidarietà Ferrero che sarebbe stato confermato con uno stanziamento di 400 milioni.

Di soglie il mondo del non profit non ne vuole sapere e vorrebbe che la scelta del se e del quanto denaro destinare a finalità sociali andasse solo ai contribuenti. Ma i 100 milioni di euro di soglia non se li aspettava nessuno. «Una simile riduzione mortificherebbe e umilierebbe la libertà di scelta dei contribuenti rendendo l’immagine dello Stato simile a quella dello sceriffo di Nottingham», protesta Guido Boldrin, direttore generale di Federazione dell’impresa sociale-Compagnia delle opere.

La battaglia ora si sposta al Senato. Dove i numeri della maggioranza sono risicati e circa 60 esponenti della maggioranza hanno presentato poco tempo fa un emendamento che non prevedeva limiti. Ferrante e Bobba vogliono andare fino in fondo e dicono che non voteranno l’emendamento del governo. «È una presa in giro macroscopica. Il governo non potrà che ritirarla», prevede Ferrante.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=215111

«È indegno, ci devono ancora gli arretrati»
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=215109

«Se passano i tagli Prodi ha chiuso con il volontariato»
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=215110

Il dono di sei contribuenti su dieci
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=215334
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Messaggioda alb » mar ott 23, 2007 11:55 am

Personalmente sono contrario al 5 per mille e pure all'8 per mille. Se uno vuol fare una donazione non c'è bisogno che utilizzi la scusa del "così do meno soldi allo stato in tasse perché son dei ladroni".
Tra l'altro con la storia del 5 per mille so nate tantissime associazioni fasulle che volevano solo tirar su un po' di soldi, per non parlare poi dei soldi spesi in pubblicità per accalappiare più gente possibile dalla propria parte.
Se proprio vogliamo che lo stato dia dei soldi alla ricerche o a certe organizzazioni di volontariato meritevoli lasciamo che sia esso stesso a decidere (e va bhe e qui ci vuole gente dello stato con un minimo di testa e che non si lascia corrompere con mazzette [:D] )
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Messaggioda Celtik » mar ott 23, 2007 5:10 pm

però del "volontariato" ne fanno un uso indiscriminato tutti.........a cominciare da quelli che oggi tagliano i fondi. Ma va bene così. Fine del Volontariato, Fine delle Associazioni Culturali Vere, Fine di tutto ciò che non è mischiato, o per meglio dire: immaschiato, con lo Stato. Va bene, continuiamo a farci del male........
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Messaggioda liverani_99 » mar ott 23, 2007 5:51 pm

Io non posso che essere amareggiato quando leggo notizie di questo tipo. Mi passa quasi la voglia di fare il volontario e io non sono un volontario delle associazioni fasulle citate prima, ma della Croce Rossa. Lo so che a nominare queste due parole vengono spesso fuori questioni di tipo politico, però non è giusto che a rimetterci siano persone che dedicano gran parte del loro tempo libero e la popolazione stessa che dovrebbe essere fruitrice del servizio da noi offerto, ma che molto spesso non riusciamo a garantire a causa della mancanza dei fondi. In momenti come questo sarebbe da augurare a tutti i politici, facendo un esempio banale, di aver bisogno di una ambulanza e di non poter ricevere il servizio richiesto perché non ci sono i fondi per gestire nemmeno gli automezzi e parlo con cognizione di causa! Che si abbassino gli stipendi e che devolvano la somma così ottenuta alle vere associazioni di volontariato!
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Messaggioda Celtik » ven ott 26, 2007 12:07 am

[^] ma credo che dovremo attendere un bel pezzo........ [cry] . Con il 5 per mille, ad esempio, si contava di finanziare (in modo molto parziale) lo sviluppo di un progetto "faraonico" (per via delle ristrettezze economiche) denominato: il Parco di Axa Briga, che sta sorgendo nei pressi di Settimo Rottaro (To).... Massì, queste son sottigliezze. In primis la Croce Rossa e la Pubblica Assistenza !! Si deve vedere che uno Stato non solo non mette benzina nelle auto della polizia........ma nemmeno nelle ambulanze. Io, oramai, ho perso le speranze [cry]
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