Lasciando perdere le modifche strettamente politiche (poteri forti al premier e tutto il resto), assegnare più poteri decisionali alle regioni è sbagliato in partenza solo perché è stato proposto e fatto dal governo Berlusconi o si potrebbe salvare qualche idea?
Ok difendere la costituzione e tutto quello che rappresenta, però non è la Bibbia fissa e immutabile nei secoli.
Tanti anni di assistenzialismo dello stato alle regioni cosa hanno prodotto: un debito spaventoso, una sanità a pezzi in tutte le regioni d'Italia, un sud pieno di cattedrali nel deserto e opere incompiute, una scuola che è un mezzo disastro.
Lo stato non è più in grado di mantenere le regioni come ha fatto sino ad ora, provare a cambiare qualcosa è così sbagliato?
E poi se è così sbagliata la legge, perché ricorrere ad un referendum che costa un pozzo di soldi, perché non limitarsi ad abolirla con un azione di governo visto che adesso è nelle mani di chi ha proposto il referendum.
(Cerchiamo di non dare la colpa all'ultimo o agli ultimi governi, perché ho 40 anni e la situozione è sempre peggiorata da quando mi ricordo io e nessuno ha mai fatto niente per cambiarla, anzi è sempre riuscito a fare peggio).
Chi ha qualche idea la esprima nei soliti modi civili e dovuti.
- Codice: Seleziona tutto
E' stato indetto per domenica 25 e lunedì 26 giugno il referendum sulla Devolution. Lo ha reso noto il titolare del dicastero della Difesa Antonio Martino al termine del Consiglio dei ministri. L'unico altro precedente di un referendum Costituzionale risale al 2001.
Il Consiglio dei ministri ha indicato nel 25-26 giugno la data del referendum confermativo della riforma costituzionale che contiene le norme sulla devolution e sul 'premierato forte'.
IL REFERENDUM COSTITUZIONALE.
E' il referendum su cui gli italiani saranno chiamati a esprimersi. L'art. 138 della Costituzione prevede la possibilita' di richiederlo dopo la seconda votazione da parte delle Camere di una legge di revisione costituzionale o di una legge costituzionale. Perche' una modifica della Costituzione sia immediatamente promulgata, entrambe le Camere devono raggiungere la maggioranza qualificata dei 2/3. Se invece, come nel caso della riforma del Titolo V, quella maggioranza non venisse raggiunta, la promulgazione viene 'congelata' in attesa del responso degli elettori. La richiesta puo' essere presentata da un quinto dei membri di una Camera, da cinquecentomila elettori o da cinque Consigli regionali entro tre mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
NON C'E' IL QUORUM
Il quorum strumentale (il numero di votanti) non e' pregiudiziale alla validita' del referendum, poiche' questo tipo di procedimento a differenza del referendum abrogativo non e' finalizzato al perfezionamento ed al bilanciamento delle scelte del legislatore, ma si presenta piuttosto come uno strumento di garanzia delle minoranze e come tale ne verrebbe sminuito il valore qualora venisse richiesto un numero minimo di votanti. La legge viene promulgata, se i voti favorevoli superano quelli sfavorevoli. Fino al 1970 non era richiedibile il referendum costituzionale, in quanto mancava una legge applicativa: fino ad allora per ogni revisione e legge costituzionale si e' raggiunta in seconda delibera in Parlamento la maggioranza qualificata.
Il quesito sarà questo:
“APPROVATE IL TESTO DELLA LEGGE COSTITUZIONALE CONCERNENTE MODIFICHE ALLA SECONDA PARTE DELLA COSTITUZIONE, APPROVATO IN SECONDA VOTAZIONE DALLA CAMERA DEI DEPUTATI IL 20 OTTOBRE 2005 ED AL SENATO DELLA REPUBBLICA IL 16 NOVEMBRE 2005 E PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE N. 269 DEL 18 NOVEMBRE 2005?”
Il sito del governo dove si parla di questo refurendum è irraggiungibile al momento
www.governo.it/governoinforma/dossier/devolution/index.html