Tutte le principali associazioni ambientaliste (WWF , Lipu, Legambiente) stanno cercando di contrastare questa modifica insensata, dettata dalle frange più estremiste del mondo venatorio, osteggiata da ambientalisti, Federparchi, parte del mondo venatorio, agricoltori e società civile. Ma i paladini della doppietta ad ogni costo - più tempo e più spazio per cacciare, più specie cacciabili, meno controlli, meno sanzioni - non demordono.
Vi segnalo un articolo a firma Massimo Gramellini, comparso su "La Stampa" del 9 febbraio scorso:
"Il ministro Castelli sostiene che i giudici devono interpretare il sentimento popolare. Di sicuro dovrebbero farlo i parlamentari, compresi quelli del suo partito. Invece la commissione Agricoltura della Camera, sotto la spinta di Lega Nord e pezzi di An, sta allestendo a tappe forzale una riforma permissiva della legge sulla caccia, nonostante l'80% degli italiani sia contrario alla liberalizzazione delle doppiette e il 75 più Celentano ne auspichi addirittura l'abolizione. Il dissenso verso i cacciatori, questi amanti della natura che invece di fotografarla le sparano addosso, sembrerebbe abbastanza popolare come sentimento. Ma non abbastanza, evidentemente, per rassicurare i politici delle valli padane in cui si concentrano gli interessi venatori: lì una minoranza agguerrita può ancora spostare voti decisivi e va rimpinzata di zuccherini prima di ogni campagna elettorale. Lo ha scritto anche Vittorio Feltri: il giudice non è colpevole delle cattive leggi che gli tocca applicare.
Perciò ci auguriamo che Castelli non pensi di scagliarsi in futuro contro la magistratura, qualora i bracconieri dovessero sparare impuniti alle oche selvatiche, cacciare impuniti a bordo di jeep o praticare impuniti l'uccellagione con le reti: tutti reati penali che la riforma si propone di retrocedere a semplice seccatura emendabile con una coda alle Poste. Non perché il ministro non ne sarebbe capace. Ma perché vorrebbe dire che le prepotenze di una minoranza più marginale ma meno complessata dei fumatori non saranno riuscite a diventare legge."
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