TheSloth ha scritto:L'unica cosa che spero, è che anche essendo riammessi, non ricevano un solo voto.
Ed invece non ne perderanno uno di voto! è quello il bello!! perché il cittadino medio che vota CDX (la casalinga che guarda le telenovela ed Emilio Fede.. più molte persone over 60) pensano che il loro partito sia stato escluso ingiustamente.. magari per qualche odioso cavillo burocratico... è questo il messaggio che passa dalla maggiorparte dei TG.. basti pensare che il tg1 del dottor minzolini qualche settimana fà ha passato la notizia che Mills è stato "assolto", quando non è affatto VERO.
aggiungiamo a costoro
- gli imprenditori "furbetti", per i quali questo governo è sinonimo di garanzia..
- persone e le loro famiglie che ricevono i loro tornaconto (raccomandazioni varie, poltroncine qui e li..)
infine contiamo anche le persone che pensano "non è giusto che io non possa votare il mio partito, sti cavoli se non hanno rispettato il regolamento"
Matilda12 ha scritto:Ammetto che, per tanti motivi, non conosco bene la questione, però non ho ancora capito il "perché" nelle due regioni le liste elettorali del PDL siano state stoppate.
Quando posso, anche velocemente, seguo TG e leggo notizie in rete
E' inutile guardare i TG, nessuno ha raccontato la faccenda in modo chiaro (chissà perché), te la riassumo:
- In Lombardia la lista Bonino/Pannella ha fatto ricorso (ed è stato accolto, con temporanea esclusione di Formigoni) perché il listino di Formigoni è stato pescato con 500 e passa firme false (mancanza di timbri, autenticazioni, luogo e data... insomma false...), per cui le firme valide sono risultate essere minori di quelle necessarie per la candidatura. oltretutto, secondo la legge, un politico non può candidarsi alle regionali se è già stato presidente della regione per 2 mandati, è Formigoni si sta candidando per la quarta volta.... il decreto "interpretativo" entra in gioco dicendo in soldoni "le firme sono buone, ci fidiamo" e "la legge vieta di candidarsi una terza volta, non una quarta.."
questa è l'unica interpretazione logica per cui Formigoni si può candidare.
- Nel Lazio la lista per la provincia di Roma del Pdl è stata consegnata con 3/4 d'ora di ritardo, perché molto probabilmente, colui che doveva consegnare le liste stava facendo dei "magheggi", degli impicci, per escludere qualcuno dalle liste e inserire altri. Anche nel listino della Polverini sono stati trovati vizi di forma, ovvero la mancanza di una firma in certa documentazione. La Polverini ha fatto ricorso integrando quella firma ed è stata ammessa, ma la lista delle provincia di Roma, sulla quale il tar si sarebbe pronunciato domani, era spacciata. "il regolamento dice che dovete consegnare entro le 12, arrivate tardi? rimanete fuori". Invece con il decreto "interpretivo" si dice "vabbè dai, per stavolta potete entrare... la prossima volta però no eh..".
pensa un po' che il decreto si applica solo nel Lazio e nella Lombardia, tutte quelle altre piccole liste che sono state escluse per le stesse irregolarità o simili rimangono fuori lo stesso.. insomma, tutti coloro che hanno sempre rispetto le regole o sono stati esclusi per irregolarità lo prendono nel solito posto..
oltre ad essere un decreto PALESEMENTE INCOSTITUZIONALE, la cosa che sconcerta di più è che Napolitano l'abbia firmato praticamente senza neanche leggerlo.
(cit.)
"Care pirla e cari pirla che avete consumato diottrie a studiarvi le norme elettorali fino all’ultimo codicillo in corpo 2, avete consumato scarpe andando in giro a raccogliere firme regolari, vi siete congelati stazionando per ore ai banchetti per convincere i passanti a sottoscrivere le liste, avete rinunciato al tempo libero per inseguire gli autenticatori in capo al mondo e vi siete svegliati alle tre del mattino per presentarvi per tempo agli uffici elettorali, questo discorso a reti unificate è dedicato a voi imbecilli ancora convinti di vivere in uno Stato di diritto, in una democrazia fondata su elezioni regolari, cioè conformi alle leggi vigenti. Spiacente di informarvi, casomai non ve ne foste ancora accorti, che viviamo in un regime fondato sulla legge del più ricco e del più forte, di chi grida e minaccia di più. Una legge che varia a seconda delle esigenze del più prepotente. Se, puta caso, costui viola la legge, non ha sbagliato lui: è sbagliata la legge, che viene cambiata su due piedi. Se poi, puta caso, la Costituzione non lo consente, non è sbagliata la nuova legge: è sbagliata la Costituzione. Che si può cambiare come un calzino sporco. Se penso che da cinquant’anni mi chiamano “il figlio del re” per la mia somiglianza con Umberto II, mi scompiscio. Hanno sbagliato re: io sono l’erede di Vittorio Emanuele III, quello che nel 1922 non mosse un dito contro la marcia su Roma e nel 1943 se ne fuggì a Brindisi. Sempre di notte. Infatti quando ho firmato il decreto salva-Banana? Di notte. Del resto chi sono io per respingere una legge con messaggio motivato alle Camere come previsto dall’articolo 74 della Costituzione? Mica sono il garante della Costituzione. L’ho già detto per lo scudo fiscale: se non firmo, quelli mi rimandano indietro la stessa legge e poi devo firmarla comunque. Tanto vale farlo subito. A chi mi prospetta le dimissioni, rispondo che non conosco questa parola: sono in Parlamento dal 1953, figuriamoci. E in vita mia ho fatto ben di peggio che firmare leggi illegali: ho plaudito all’invasione sovietica dell’Ungheria, ho attaccato Berlinguer che evocava la questione morale, ero amico di Craxi, ho scritto pure alla vedova che il marito corrotto era un perseguitato. Conosco l’obiezione: non c’è elezione senza qualche lista esclusa per ritardi o irregolarità. In Molise nel 2000 aveva vinto la sinistra con Giovanni Di Stasi, poi la destra di Michele Iorio fece ricorso contro alcune liste irregolari, Tar e Consiglio di Stato lo accolsero, si rifecero le elezioni e vinse Iorio che ancora governa. E il governo D’Alema non ci pensò neppure di fare un decreto per legalizzare le illegalità: peggio per lui, poi dicono che è intelligente. Del resto al Quirinale c’era ancora Ciampi, mica io. Due anni fa invece c’ero già io, quando alle Provinciali in Trentino venne esclusa, dopo i ricorsi di Lega e Pdl, la lista Udc alleata della sinistra. Nemmeno allora l’Unione pensò di salvare l’alleato con un decreto interpretativo: peggio per loro, pirla. Ecco, care pirla e cari pirla: la prossima volta, anziché prendere sul serio la legge e rischiare l’assideramento per raccogliere le firme e presentarle in tempo utile, fate come me: statevene a casetta vostra davanti al caminetto, con la vestaglia di lana e le babbucce di velluto. Poi fate come i bananieri: all’ultima ora dell’ultimo giorno vi presentate in Corte d’Appello con le firme tarocche di Romolo Augustolo, George Clooney, Giovanni Rana e soprattutto Gambadilegno, magari vi fate pure un panino e una pennica per non arrivare proprio in orario, poi minacciate la marcia su Roma, portate in piazza una dozzina di esaltati, mi urlate “buh” sotto le finestre del Quirinale, mi fate sparare dai vostri giornali e io vi firmo la qualsiasi. Anche la lista della spesa, il menu del ristorante, la ricevuta del parrucchiere, lo scontrino dell’intimissimo. Tanto Santoro l’hanno chiuso e per un mese non rompe con le sue notizie: fa tutto Minzolini, che sta dalla parte del Banana, cioè dalla mia. Statemi allegri. Il vostro presidente della Repubblica. Vostro, si fa per dire."
Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano di oggi