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Ubisoft abbandona StarForce

26/04/2006
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Archivio - La software house francese costretta a fare marcia indietro: basta con la protezione più odiata e criticata dagli utenti e dal popolo di Internet, sistemi alternativi e (si spera) meno invasivi verranno utilizzate nei titoli pubblicati in futuro..

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

01_-_StarForce_CD-R.jpgHa vinto la voce profonda dei forum e del malumore dei videogiocatori: StarForce comincia la sua inesorabile e, si spera, repentina caduta nell'oblio delle peggiori protezioni software mai scritte nella storia dell'informatica moderna. Ubisoft, la multinazionale francese dell'intrattenimento interattivo annuncia ufficialmente: a partire dal suo prossimo titolo (Heroes of Might and Magic V), verrà utilizzata una protezione alternativa.

La tecnologia di protezione sviluppata dalla russa Protection Technology ha nel corso dei mesi catalizzato attorno a se critiche e polemiche, per via del suo modo di operare "a basso livello" rispetto al sistema operativo. StarForce, infatti, installa dei driver virtuali nascosti, attraverso cui controlla l'autenticità del disco inserito nel lettore ottico.

In molti si sono poi lamentati di malfunzionamenti dei propri dispositivi dopo l'installazione di software facente uso della protezione. Senza contare l'assoluta impossibilità di disinstallare la protezione assieme al gioco che ne fa uso. Siti come Boycott StarForce hanno acquistato un seguito sempre più numeroso, mentre i gamer hanno cominciato a boicottare l'acquisto dei titoli protetti.

StarForce, di contrasto, si è rivelata sì efficace nel ridurre la copia non autorizzata dei titoli protetti, ma non c'è voluto molto perché si individuassero i suoi punti deboli: a discapito dei problemi riportati da molti utenti circa la stabilità del sistema operativo compromessa e addirittura il danneggiamento delle periferiche IDE ATAPI collegate al PC, si è rivelato possibile bypassare la protezione attraverso un mix di stratagemmi hardware (scollegando fisicamente i lettori) e software ("nascondendo" i drive all'occhio guardingo di StarForce utilizzando software come StarForce Nightmare).

02_-_Lock.gifIl 5 Marzo scorso, poi, un impiegato della compagnia di StarForce ha immesso in rete il link ad una copia non protetta del gioco Galactic Civilizations 2, costringendo Protection Technology a scusarsi pubblicamente, nella vana speranza di riparare all'ingente danno di immagine subito dall'accaduto. Nel frattempo, famosi siti di blog avevano già provveduto ad etichettare la tecnologia come malware, adducendo come motivazione gli svariati problemi causati dal sistema di protezione, inclusi la degenerazione della performance dei dispositivi IDE e la succitata perdita di stabilità e di sicurezza del sistema operativo.

Arriviamo infine al 14 Aprile, quando Ubisoft, costretta a fronteggiare un numero sempre più corposo di acquirenti insoddisfatti, e una causa della bellezza di cinque milioni di dollari, ha dato l'annuncio ufficiale dell'abbandono della protezione. Ed essendo Ubisoft il publisher di maggior peso internazionale a fare uso di StarForce, si può facilmente prevedere una reazione a catena che faccia finire presto nel dimenticatoio questo ennesimo caso di degenerazione da DRM.

Dopo il caso del Rootkit di Sony e della protezione XCP, che ha generato un danno di immagine peggiore di qualunque insuccesso commerciale, un nuovo esempio di come le Corporation sbaglino, e danneggino costantemente se stesse, nel continuare a voler "blindare" i contenuti e i prodotti d'ingegno. I sistemi di Digital Rights Management, lungi dal debellare la pirateria informatica e telematica, sono il vero problema dell'industria, non certo la (fallace) soluzione.

Al contrario, lo ripetiamo ancora una volta, occorrerebbe ridisegnare l'intero sistema di gestione dei diritti d'autore, partendo da un semplice dato di fatto: l'evoluzione tecnologica e la filosofia del content sharing che pervade da anni la rete ha preso il sopravvento sulle abitudini degli internauti, ed è oramai possibile condizionarla solo dal suo interno, facendosela alleata e non cercando di contrastarla. Inutilmente, a discapito sempre e comunque di chi dovrebbe vendere dischi e videogiochi, e non certo installare software malevoli sui computer degli utenti.

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