Lo ha messo per iscritto in un documento di 39 pagine redatto per fronteggiare una causa collettiva mossa dai consumatori americani per azioni connesse al recupero e all'archiviazione di dati personali, all'insaputa dell'utenza.
Con Gmail, Google funge da intermediario leggendo la missiva del mittente e passandola poi al destinatario finale.
A Moutain View si giustificano sostenendo che una mail inviata ad un collega può essere aperta da un collaboratore. Di fatto il trattamento automatico dei messaggi è accettato dagli utenti in cambio di un servizio gratuito. I fautori dell'azione legale ritengono invece che la scansione automatica, il sistema di filtraggio e la pubblicità costituiscano una violazione della privacy che non trova scuse.
In un tradizionale servizio di corrispondenza ci si aspetta che il gestore prenda la lettera di turno e la recapiti in base all'indirizzo riportato sulla busta. Di certo non si immagina che venga aperta e letto il contenuto. Google, nell'equivalente versione elettronica, lo fa. Allora dobbiamo sapere che usando Gmail dati sensibili e personali arricchiscono i suoi archivi.
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