Il recente G8 lo ha rimarcato sottoscrivendo l'Open Data Charter. Il Parlamento Europeo ha appena approvato una direttiva in materia di accesso alle informazioni della pubblica amministrazione, dando due anni di tempo ai paesi membri per adeguarsi. Il nostro paese ha davanti un'impresa eroica, cosiderando le difficoltà strutturali. All'Agenzia per l'Italia digitale lo sanno bene. Ma lo dice anche un rapporto pubblicato dall'Open Knowledge Foundation che tra gli 8 partecipanti al G8 ci classifica al settimo posto. Dopo di noi solo la Russia, non proprio un esempio di trasparenza.
Ad oggi solo alcuni pubblici hanno provveduto alla divulgazione dei loro dati. All'estero i risultati ottenuti con la trasparenza sono significativi e l'economia ne trae beneficio. Nel Regno Unito già da due anni dispongono di open data sul livello delle prestazioni ospedaliere. In questo modo i cittadini conoscono gli ospedali più efficienti e la mortalità diminuisce. In Spagna il catasto è liberamente accessibile. In Italia solo a taluni soggetti che pagano. Negli Stati Uniti con gli open data si può sapere come si vive in un quartiere.
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