Si è recentemente diffusa la notizia che con i ponti di Ray Way si potrebbe distribuire il segnale wi-fi sul territorio nazionale. Ed è scoppiato un putiferio.
Il wi-fi non può arrivare direttamente dalle antenne Rai. Invece si possono usare i ponti di Ray Way come diffusori del segnale. La cosa diventa fattibile con l'aggiunta di uno speciale modem con cui intercettare il segnale, per essere successivamente propagato via wi-fi a livello locale, usando un'antenna in più.
Ma i problemi non mancano. A cominciare dalle bande, dall'allocazione delle frequenze alla concorrenza tra operatori. Infatti gli operatori telefonici partecipano a gare pubbliche di acquisizione delle frequenze, spesso pagate profumatamente. Di fatto la Rai si trasformerebbe nell'ennesimo operatore telefonico alla ricerca del proprio spazio.
Altra questione: la limitata portata del wi-fi. Oggi lo standard commerciale varia tra i 50 e i 100 metri. Dovrebbero intervenire comuni, privati o gestori di pubblici esercizi e sobbarcarsi l'onere dell'acquisto delle antenne, da piazzare ogni 50 metri.
Inoltre Internet è per sua natura bidirezionale. Gli impianti Rai trasmettono ai televisori ma non sono in grado di ricevere. In sostanza serve un canale di uplink, come la linea telefonica fissa o il 3G.
Anche il digitale terrestre soffre dello stesso inconveniente. Si potrebbe integrare la rete con nuove tecnologie come Hyperlan, Wi-Max e LTE.
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