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Google, Wikipedia, Yahoo!, Facebook ed altri insieme per il primo "sciopero" di Internet

18/01/2012 - news
Internet - Molti tra i principali siti web mondiali si sono coalizzati contro la legge SOPA in discussione al Congresso Americano: il 18 gennaio potremmo assistere alla prima vera manifestazione di protesta del web.

In queste settimane è in discussione al Congresso degli Stati Uniti una nuova proposta di legge, presentata lo scorso 28 ottobre, che sta facendo infuriare tutto il mondo del web: si tratta del SOPA (Stop Online Piracy Act), che, insieme alla legge parallela PIPA (Protect IP Act), permetterebbe ad alcuni organi preposti del governo americano (tra cui il Dipartimento di Giustizia) di intervenire nei confronti di tutti quei siti che violano le leggi sul copyright, con provvedimenti che vanno dalla rimozione dei contenuti illegali fino alla completa chiusura del sito stesso.

Un particolare però ha fatto infuriare molti: oltre al pericolo di non poter più pubblicare contenuti derivati da prodotti soggetti a copyright (secondo i più pessimisti addirittura diverrebbero illegali e perseguitati anche gli screenshot dei giochi, ma non c'è alcun riscontro in quest'affermazione): il SOPA considera come responsabili della violazione i proprietari dei siti. Ciò significherebbe che portali come YouTube, MegaVideo, Rapidshare e Facebook dovrebbero risarcire le major per i contenuti illegali pubblicati dai propri utenti. Stesso discorso per Google (e per i motori di ricerca in genere), che dovrebbe monitorare ogni singolo risultato di ricerca, e Twitter, che dovrebbe invece controllare ogni singolo tweet. Naturalmente nessuna di queste società è ben disposta ad accettare queste imposizioni.

Infatti Google, Yahoo!, Wikipedia, Aol, Facebook, Expedia, Amazon, Mozilla e Bloomerg si sono coalizzate nella NetCoalition, organizzazione che mira a protestare contro le due nuove leggi in discussione negli Stati Uniti. Nell'ambito di quest'iniziativa, il 18 gennaio tutte le società facenti parte della coalizione dovrebbero protestare pubblicamente sui propri siti web contro SOPA e PIPA: addirittura Wikipedia, come si legge nel suo comunicato ufficiale, chiuderà le pagine dell'edizione americana del portale come segno di protesta.

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Se tutto dovesse andare per il verso giusto, assisteremmo alla prima vera manifestazione di protesta del web, dove tutti i principali siti web si mostreranno davvero uniti per la lotta contro le leggi che minano alla libertà su Internet.

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