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È davvero imminente la fine dei PC tradizionali?

a cura di Zane
23/05/2011 - articolo
Tecnologia & Attualità - Fra tablet, smartphone, convertibili e quant'altro, osservatori ed esperti sono pronti a giurare che l'informatica stia per cambiare volto. Personalmente, non credo che questo sia uno scenario plausibile: vi spiego il perché.

È davvero difficile in questi ultimi tempi leggere una pubblicazione qualsiasi senza imbattersi in un articolo che non strilli che l'informatica tradizionale è ormai giunta al capolinea: i PC (fissi e notebook) con tastiera e mouse averebbero ormai fatto il proprio corso, si dice, e nell'imminente futuro saranno i tablet e gli smartphone i trend principali

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Sebbene condivida almeno una parte della previsione, sono pronto a scommettere che i computer propriamente detti siano ancora ben lontani dalll'estinzione.

Le motivazioni principali sono legate alle imprescindibili "leggi" dell'ergonomia: i nuovi dispositivi sono sì buoni per svolgere attività di consultazione passiva, ma finisco ben presto per mostrare tutti i propri limiti non appena sia richiesto un adeguato supporto per creare qualcosa. Ottenere il meglio dei due mondi, progettando un apparecchio portatile che possa fungere anche da piattaforma produttiva è tecnicamente possibile... ma tutt'altro che facile, senza introdurre difetti collaterali tali da rendere insensato il tutto.

Ma andiamo con ordine.

Scrivere un libro... via touch?

Iniziamo parlando di "input".

È proprio su questo versante che tablet e smartphone difettano ancora moltissimo: se è vero che le tastiere virtuali stanno facendo passi da gigante in termini di usabilità, sfido chiunque (sano di mente) ad utilizzarle in maniera continuativa per ore e ore.

Realizzare un documento articolato (anche senza preoccuparsi dell'impaginazione), lavorare su un foglio di calcolo, una presentazione, una relazione una ricerca per la scuola oppure semplicemente utilizzare una web application come un forum, in cui è necessario navigare, cliccare e spostarsi continuamente fra le varie discussioni prima di poter scrivere è assolutamente impensabile.

Con le tastiere fisiche le cose vanno un po' meglio (ne sa qualcosa Research In Motion (RIM), che deve una larga fetta del successo dei propri BlackBerry proprio alla caratteristica QWERTY in dotazione a quasi tutti modelli) ma, di nuovo, non è seriamente pensabile di volerle confrontare nemmeno con quelle dei notebook.

Inoltre: se è vero che ormai tutte le piattaforme mobili supportano il copia-incolla (una caratteristica-cardine del mondo informatico!), le limitazioni di natura ergonomica, e non tecnologica, fanno sì che la scomodità rimanga comunque accettabile solo per un uso sporadico.

Il riconoscimento vocale potrebbe essere, forse, una via d'uscita. Ma chiunque abbia avuto modo di provare software di questo tipo può testimoniare che la ricerca ha ancora molta strada da compiere ed il livello di accuratezza, per quanto buono, richiede ancora un editing manuale che risulta comunque massacrante con i dispositivi di input mobili.

Ma, anche in caso di un ipotetico riconoscimento vocale soddisfacente al 100%, come rispondere alle esigenze di fotoritocco, modellazione, disegno (tecnico e non) e tutte le altre circostanze in cui sia indispensabile effettuare selezioni ed operazioni di precisione? e come potrebbe questa tecnologia aiutare con la compilazione dei fogli di calcolo numerici o dei database?

Lavorare seriamente... in 10 pollici?

L'altro fattore ergonomico da non sottovalutare è relativo alle dimensioni del display.

Come ho avuto modo di dettagliare in "Dual-monitor: che cos'è e perché non dovresti più farne a meno", i benefici di affiancare un secondo visore a quello già in dotazione al PC sono giganteschi in qualsiasi ambito d'impiego: svolgere un'attività produttiva continuata nei 10 pollici ad appena 1024x768 pixel dei tablet (per non parlare degli smartphone!) potrebbe essere possibile in alcune circostanze, ma da qui a parlare di un'esperienza confortevole o piacevole c'è un abisso

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Pensate davvero sia accettabile farlo per più di qualche mese? e su un orizzonte temporale di "anni"? e con quale resa oraria, confrontandosi con una workstation tradizionale?

Utilizzare periferiche esterne

Ad entrambe le limitazioni si potrebbe rispondere collegando una serie di periferiche esterne: una tastiera, un mouse, e, perlomeno, un monitor sono il minimo indispensabile.... ma credo che pochi siano disposti a rinunciare a lungo ad un paio di casse audio di buona fattura e ad uno spazio di archiviazione davvero capiente. Mettiamoci anche una tavoletta grafica dedicata per gli appassionati di disegno, uno scanner ed una stampante.

Ah: già che state collegando i cavi, non dimenticate l'alimentazione da rete elettrica...

Pur accettando che alcune di queste componenti possono essere utilizzate "senza fili", rimane il dubbio: è davvero più vantaggioso questo approccio rispetto a quello odierno? in quanti sceglierebbero piuttosto di utilizzare due apparecchi distinti?

L'introduzione di una docking station, come quella vista di recente con Motorola Atrix, potrebbe essere la strada più rapida per sbloccare la situazione, ma fino a quando i prezzi non scenderanno vertigionosamente, sarà consentito installare un sistema operativo a piacimento e si inizierà a parlare di connettori standard (perché è impensabile che si debbano sostituire tutti gli accessori non appena si cambia l'apparecchio principale), il tutto rimarrà soltanto un gradevole esercizio di stile

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Tanta potenza... inutile (quasi sempre)

A livello prestazionale, i nuovi apparecchi per l'informatica non hanno nulla da invidiare ai computer tradizionali. O, meglio: in realtà le differenze prestazionali rimangono abisssali, ma si tratta di performance apprezzabili solo in pochi e sporadici frangenti.

Magari alcune attività quotidiane sono in grado di mettere in difficoltà l'attuale generazione di tablet e smartphone, ma sono pronto a scommettere che, in due o tre anni al più, trovare qualche caso concreto non sarà più tanto facile.

Ma il punto rimane: svolgere attività di videoediting (pur senza scomodare l'alta definizione), gestire grafica ad alta risoluzione, compilare codici sorgenti, effettuare rendering 3D o progettazione CAD, sfruttare una o più macchine virtuali, compiere ricodifiche video pur senza dedicare l'intera macchina allo scopo sono e rimarranno attività fuori dalla portata di questi apparecchi.

Ma come si apre questo "coso"?!

Il ciclo di vita dei dispositivi è oggi talmente esteso che, generalmente, il grande pubblico passa da un computer all'altro direttamente, senza preoccuparsi di svolgere un "upgrade" dei singoli componenti. Da questo punto di vista, nuova e vecchia generazione di device sono tutti sulla stessa barca.

C'è però una fascia relativamente ristretta di consumatori-appassionati che ama aprire il proprio computer, sostituire la CPU, aggiungere memoria o, più semplicemente, sa che in molte circostanze basta sostituire l'alimentatore o il disco fisso per dare nuova vita ad una macchina apparentemente morta

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Tutte queste operazioni, con un tablet o uno smartphone, sono impossibili o estremamente difficili e costose.

Per non parlare della libertà! Mentre sui PC desktop gli smanettoni possono assemblare i singoli componenti più adatti alle proprie esigenze, i nuovi apparecchi per l'informatica sono pre-assemblati e pre-configurati: l'offerta è e sarà sempre più variegata, ma si tratta di differenze che rimangono relativamente marginali rispetto alla selezione mirata della componentistica.

Parliamo di costi

I prezzi degli apparecchi di nuova generazione sono sostanzialmente superiori rispetto a quelli di PC fissi e notebook: con pocopiù di 500 €, è ormai possibile portare a casa un "mostro" da desktop oppure un buon portatile.

Con la stessa cifra, si può parlare di "fascia media" per quanto riguarda i telefonini intelligenti, ma siamo ben sotto la soglia di ingresso per i tablet.

I prezzi, come è naturale, andranno via via ad abbassarsi fino a raggiungere una sorta di "parità" nel corso di 3 o, più probabilmente, 4 anni... ma il panorama odierno vede la vecchia guardia in netto vantaggio, ed è difficile pensare ad un riallineamento drastico nell'immediato.

Verso un era di coesistenza

Arrivati a questo punto, credo sia chiaro che parlare di "morte dei PC" sia appropriato tanto quanto lo era pensare che l'avvento di un computer in ogni casa avrebbe ucciso le console da gioco: il successo delle varie PlayStation e rivali dimostrano chiaramente che i consumatori preferiscono impiegare molteplici apparecchi specializzati, in caso vi siano concreti vantaggi (la semplicità, nel caso in oggetto).

Allo stesso modo, credo che computer, tablet e smartphone siano destinati a convivere uno di fianco all'altro, creando vari mercati paralleli con poche aree di sovrapposizione.

In particolare:

Qualcuno morirà davvero

Pur escludendo che il necrologio da scrivere sia quello dei PC tradizionali, sono fermamente convinto che alcuni prodotti siano destinati ad estinguersi:

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