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Gli utenti del Peer-to-Peer comprano on-line più degli altri

a cura di The King of GnG
30/07/2005 - news
Archivio - Un indagine rivela: chi usa software per lo scambio file in rete compra più degli altri nei digital store sul web..

Gli utenti del peer-to-peer, lungi dall'essere pirati disposti a tutto pur di infrangere la legge, sono appassionati di cinema e musica sperimentatori di tecnologie innovative, e sono quelli che più di tutti, proprio in virtù della loro propensione a servirsi delle nuove tecnologie, sfruttano i nuovi juke-box digitali che vendono brani musicali sul web in maniera legale.

Detta così, sembra l'affermazione di chi, come il sottoscritto, conosce il P2P e le sue contraddizioni e cerca di difendere e far conoscere i vantaggi di una tecnologia che in sé non ha nulla di malvagio, ma tanto di nuovo da insegnare a chi finora ha venduto musica attraverso i tradizionali canali di distribuzione dei contenuti. E invece, è semplicemente la conclusione a cui sono giunti i ricercatori inglesi di The Leading Question, istituto di analisi gestito da Paul Brindley, che è già stato consulente per le comunicazioni esterne della Music Publisher Association inglese.

01_-_Notes_on_CD.jpgI risultati delle analisi condotte su un sondaggio hanno rivelato che chi usa il P2P per scaricare MP3 e DivX, è anche l'utente che è maggiormente propenso ad usufruire degli store di file legali come iTunes Music Store. Nella fattispecie, gli user del file sharing arrivano a spendere quattro volte e mezzo più degli altri nell'acquisto di contenuti digitali distribuiti dai suddetti store: 5,52 sterline al mese contro 1,27.

Inoltre, vista la predisposizione all'utilizzo delle nuove tecnologie, i suddetti utenti del P2P sono anche i più portati ad usufruire di servizi innovativi come il download di musica sul cellulare. Il 60% di questi dichiara infatti di apprezzare l'idea di un piccolo player MP3 integrato sul telefonino.

"È un mito quello secondo cui i downloader abusivi siano mercenari infernali pronti a tutto per violare la legge pur di avere musica gratis. Nella realtà, questi sono spesso gli appassionati più sinceri che sono entusiasti anche nell'adottare servizi a pagamento", afferma Brindley.

Infine, gli studiosi responsabili della ricerca si rivolgono alle major, suggerendo loro la necessità di "capitalizzare le potenzialità dei network peer-to-peer per spingere i consumatori verso attraenti alternative legali". Un po' come dire che le associazioni di categoria continuano a tirarsi allegramente la zappa sui piedi, imbarcandosi alle Sante Crociate Legali contro quelli che potrebbero essere i loro migliori clienti...

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