Mountain View, California. Google, l'essenza della ricerca Rete, è sempre più il punto di riferimento per l'esplorazione della nuova conoscenza in formato digitale. Nella scia di questa sua evidente vocazione, l'azienda procede a ritmi sostenuti nell'opera indefessa di indicizzazione e catalogazione del multiforme universo dei contenuti digitali e digitalizzabili.
Il mese scorso abbiamo riportato l'introduzione di due nuovi servizi e le solite notizie spicciole sull'ennesimo brevetto registrato, segno inappellabile di qualche nuovo servizio o miglioramento del portale di là da venire. L'aperiodico resoconto di questi afosi primi giorni di Luglio porta in dote qualche interessante indiscrezione su Google Maps, il servizio di calcolo e di visualizzazione dei percorsi stradali e delle mappe locali, impreziosito dalla visione della zona con immagini catturate via satellite, e il semplice ma come al solito risolutivo lavoro di DVD Jon, che ha modificato il codice di Google Video Viewer, il software alla base del nuovo portale dei video finalmente on-line, per aggirare le restrizioni imposte nella visualizzazione dei video.
La notizia è stata inizialmente riportata da Motoricerca, un nuovo blog tematico dedicato al mondo dei motori di ricerca sul Web.
Sul suo blog personale, Alessandro Ronchi nota che utilizzando opportunamente le funzioni di ricerca di Google Maps, è possibile avere accesso ad immagini catturate da satellite dei più importanti siti militari italiani e di obiettivi sensibili per il terrorismo nazionale ed internazionale (stazioni, aeroporti, ...).
Mentre l'Atlante Italiano, nota Ronchi, non fornisce dettagli di queste locazioni "calde" Google, in violazione delle Norme relative alla divulgazione dei segreti militari, rende disponibili queste informazioni a chiunque abbia una connessione ad Internet. Al contrario di quanto succede per l'America, dove le immagini satellitari delle locazioni di interesse militare classificate come "Top Secret" non sono state catturate da KeyHole, l'azienda acquisita da Google che ha fornito il materiale per la "texturizzazione" dei risultati delle ricerche di Google Maps.
Come è facile pensare, questo costante "fare le pulci" ai nuovi servizi del motore, emblema della sua inarrivabile popolarità di utilizzo, mette continuamente in risalto i difetti e i punti deboli delle funzionalità e dei possibili risultati delle ricerche.
L'interesse di Google per i video e i contenuti multimediali era da tempo evidente, anche grazie all'avvio dell'indicizzazione dei video amatoriali spontaneamente inviati dagli utenti al portale. Come risultato di questo nuovo "interesse" dei Google Labs è nato Google Video. Il nuovo servizio si basa su un player nato dal codice di VideoLan, lettore multimediale open source capace di leggere file video codificati nei più diversi formati.
Google Video Viewer è un lettore leggero (meno di un Mega di download), si scarica e si installa in qualche secondo e permette di avere libero accesso alla libreria in costante crescita dei contenuti video che Google mette a disposizione attraverso i suoi server. Tra le funzionalità più interessanti del neo software sono da segnalare la ricerca all'interno dei video e la possibilità di inviare i propri file per l'immediata indicizzazione da parte del motore.
Guardando invece all'aspetto commerciale del servizio, il nuovo portale è stato sviluppato per offrire delle funzionalità "pay-per-view" per la fruizione dei contenuti autoprodotti, con i pagamenti per i download gestiti dal fantomatico Google Wallet, nuovo servizio di intermediazione finanziaria di cui si parla con sempre maggiore insistenza, una sorta di PayPal made-in-Google con cui la Grande G dovrebbe gestire le transizioni dei pagamenti per i servizi commerciali, accessibili da Google Video Viewer e dai tanti search-engine a cui l'azienda dà costantemente vita.
Quello che è già stato da molti definito come "gTunes", permette naturalmente la sola visione dei file presenti sui server di Google. O almeno, "lo permetteva" fino a quando Jon Lech Johansen, l'hacker norvegese noto nell'ambiente con lo pseudonimo di DVD Jon, dopo essersi "dedicato" ad Apple e le DRM di iTunes Music Store, Yahoo! e Microsoft, ha deciso di dare un'occhiata al codice sorgente di Google Video Viewer.
Il risultato è una patch che, lavorando in un ambiente .Net, permette di eliminare la stringa di codice "const char* allowed_host = "video.google.com";", così da poter sfruttare il player in un ambito di utilizzo ben più ampio di quello per cui era stato originariamente pensato.
Google Video Search appare a molti come un servizio dal futuro particolarmente interessante, e la scelta di permettere agli sviluppatori indipendenti di collaborare alla sua evoluzione attraverso la piattaforma Google Code contribuisce non poco a far nascere curiosità e speranze sulle sorti del nuovo nato.
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