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Anche EMI proteggerà i suoi CD con XCP

24/06/2005
- A cura di
Archivio - Un altro grande produttore ha dichiarato che implementerà nei propri CD-Audio meccanismi di protezione da copia e restrizioni DRM sulle tracce estratte sul disco fisso del PC. E già si parla di incompatibilità con i lettori MP3 di ultima generazione...

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Dopo Sony-BMG, è la volta di un altro gigante dell'industria musicale di fare annunci che faran sorridere gli utenti del P2P, un po' meno chi, pagando un disco originale 25 Euro, ci guadagnerà solo grattacapi e fastidiose limitazioni alla libertà di utilizzo del suo acquisto.

01_-_The_Emi_Group_Logo.jpgEmi Group, l'etichetta discografica che possiede i diritti d'autore su oltre un milione di canzoni, ha annunciato alla stampa che, come Sony-BMG, implementerà la tecnologia Xtended Copy Protection nei CD-Audio di prossima uscita.

La "premiata" tecnologia di protezione da copia (maggiori informazioni nella news precedente), lo ricordiamo, definita solo parzialmente efficace dalla stessa compagnia che l'ha realizzata (sic!), l'inglese First4Internet, si basa sul cosiddetto concetto dello "sterile burning": il numero massimo di copie consentite del disco è 3, e nessuna di esse può essere riutilizzata per generare copie funzionanti non protette. Limita inoltre l'estrazione delle tracce sul disco fisso del computer, aggiungendo ai file delle assurde ed astruse restrizioni DRM che ne inficiano l'utilizzabilità e la riproducibilità qualora fosse necessario (ad esempio, prestare una canzone ad un amico diventa un incubo...).

01_-_Locked_CD.jpgInoltre, cosa ancora più grave ed invalidante, sono emersi ulteriori punti deboli della crypto-tecnica: non solo potrebbe essere illegale in alcuni paesi, Italia compresa, dove, nonostante il caro e mai troppo poco compianto Urbani, è garantita la copia ad uso personale, ma anche i file rippati col software incluso sui dischi, e le relative restrizioni DRM aggiunte ai file entrerebbero in conflitto con lettori portatili come il diffusissimo iPod.

Nonostante questo, la compagnia ha dichiarato l'intenzione di commercializzare i primi album protetti con XCP entro la prossima estate, ed ha inoltre garantito che è volontà della società permettere la copia dei dischi sui lettori portatili di file musicali.

Dunque le aziende continuano indefesse nella loro ottusa ricerca di misure tampone, ingenue quanto inutili, per contrastare la pirateria organizzata. Alcuni analisti di mercato prevedono che questo tipo di politica e l'utilizzo della nuova protezione produrrà semplicemente il crollo delle vendite: non solo non si ferma la pirateria con protezioni che prima o poi verranno neutralizzate, ma si rende difficile la vita agli acquirenti, che si chiederanno, probabilmente, perché mai continuare ad acquistare prodotti da società che non si fidano dei loro stessi clienti...

Notiamo, inoltre, come XCP sia più una bufala che altro per "proteggere" in maniera efficace i dischi (infatti stando alle stime, i dischi marchiati Sony protetti con la tecnologia dovrebbero essere già oltre un milione, e non risulta che di recente ci siano stati problemi a procurarsi musica fresca di pubblicazione sui diversi circuiti del P2P, come chiunque può verificare di sua mano), e che iniziative del genere non fanno altro che fare pubblicità gratuita alle nuove tecnologie del digital sharing, un'autentica rivoluzione dei tradizionali modelli di business e di distribuzione dei contenuti digitali e digitalizzabili, facile, economica e alla portata di tutti.

Gli utenti del P2P sentitamente ringraziano...

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