La notizia di una falla nei processori Intel dotati della tecnologia Hyper-Threading è stata ripresa rapidamente da molti siti e giornali specializzati, che a mio avviso hanno esagerato (in alcuni casi fin troppo) la gravità del problema.
Il ricercatore Colin Percival ha infatti rilevato una falla nel flushing della cache, che potrebbe lasciare alcuni frammenti di dati o di istruzioni elaborate da un processo disponibili anche per altre applicazioni: un cracker potrebbe sfruttare questa falla per monitorare la memoria del processore, e rubare alcuni dati elaborati da altri processi.
Innanzitutto va precisato che il problema è davvero secondario per l'utenza desktop, e che potrebbe al più causare qualche grattacapo al segmento server.
In secondo luogo, si tratta di una vulnerabilità locale, che non può essere sfruttata in alcun modo via rete, o senza la partecipazione attiva dell'utente: per poter monitorare la cache è necessario che un cracker esegua un programma sulla macchina bersaglio, ed anche in questo caso potrebbe intercettare unicamente poche, casuali informazioni.
Il rischio quindi, è davvero minimo.
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