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The Pirate Bay chiuso di forza.. per poche ore

a cura di Zane
27/08/2009 - news
Filesharing Peer-to-peer - Un'ingiunzione inviata all'ISP di The Pirate Bay rende il sito irraggiungibile per ore. Mentre i torrentisti temono, gli amministratori riattivano il servizio: "eravamo pronti", dichiarano. Frattanto, si accertano i patrimoni personali: i condannati sono tutti al verde, e le major rimangono a bocca asciutta.

È stata una settimana particolarmente burrascosa per i bucanieri svedesi di The Pirate Bay.

In seguito alla condanna in primo grado degli amministratori, la corte distrettuale di Stoccolma ha ora inviato un ultimatum a Black Internet, uno dei provider che offrono servizi di connettività al portale: disconnettere The Pirate Bay, o prepararsi ad una sanzione pari a 500 mila corone svedesi (poco meno di 50 mila euro).

L'ISP ha capitolato dinnanzi alla richiesta, inibendo qualsiasi possibilità di raggiungere la Baia.

Il risultato pareva essere stato raggiunto: tutte le richieste di connessione a TPB (o al relativo tracker) instradate fra lunedì e martedì ritornavano il fin troppo familiare messaggio "pagina non trovata".

Ma si è trattata di una vittoria di Pirro: già dalla serata di martedì, il sito è tornato on-line, inizialmente senza .torrent a causa di problemi tecnici, ma successivamente nella consueta veste completa

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Stando alle dichiarazioni raccolte da TorrentFreak, gli amministratori erano preparati a questa eventualità, ed hanno quindi potuto riattivare il servizio, appoggiandosi ad un nuovo fornitore di connettività, senza troppi problemi.

I condannati? sono al verde

Frattanto, la coalizione di Studios ed major dell'intrattenimento cui spetta il risarcimento da 3 milioni di dollari sanzionati a "brokep" e soci, è sempre in attesa di poter mettere le mani sul denaro. L'imminente vendita del portale, ed gli oltre 7 milioni e mezzo di dollari generati, sembrano senz'altro una buona occasione.

Purtroppo per l'industria però, è stato ufficialmente accertato che nessuno degli indagati detiene alcuna quota del portale: il dominio è intestato a "Reservella", una società off-shore con la quale gli amministratori del sito non hanno, almeno sulla carta, niente a che fare.

Di più: nel corso delle indagini, pare essere stato verificato che gli amministratori non possiedono alcun bene personale che possa essere pignorato per risarcire la parte lesa: l'unico a possedere un effettivo patrimonio è l'imprenditore Carl Lundstrom, che parebbe conservarlo però in Svizzera.

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Le possibilità che i danneggiati possano effettivamente essere pagati sembrano quindi pressoché nulle: considerati anche gli i costi sostenuti per il processo, sarebbe interessante capire, a questo punto, quanto conveniente sia stata la manovora per le major..

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