È stata una settimana particolarmente burrascosa per i bucanieri svedesi di The Pirate Bay.
In seguito alla condanna in primo grado degli amministratori, la corte distrettuale di Stoccolma ha ora inviato un ultimatum a Black Internet, uno dei provider che offrono servizi di connettività al portale: disconnettere The Pirate Bay, o prepararsi ad una sanzione pari a 500 mila corone svedesi (poco meno di 50 mila euro).
L'ISP ha capitolato dinnanzi alla richiesta, inibendo qualsiasi possibilità di raggiungere la Baia.
Il risultato pareva essere stato raggiunto: tutte le richieste di connessione a TPB (o al relativo tracker) instradate fra lunedì e martedì ritornavano il fin troppo familiare messaggio "pagina non trovata".
Ma si è trattata di una vittoria di Pirro: già dalla serata di martedì, il sito è tornato on-line, inizialmente senza .torrent a causa di problemi tecnici, ma successivamente nella consueta veste completa
Stando alle dichiarazioni raccolte da TorrentFreak, gli amministratori erano preparati a questa eventualità, ed hanno quindi potuto riattivare il servizio, appoggiandosi ad un nuovo fornitore di connettività, senza troppi problemi.
Frattanto, la coalizione di Studios ed major dell'intrattenimento cui spetta il risarcimento da 3 milioni di dollari sanzionati a "brokep" e soci, è sempre in attesa di poter mettere le mani sul denaro. L'imminente vendita del portale, ed gli oltre 7 milioni e mezzo di dollari generati, sembrano senz'altro una buona occasione.
Purtroppo per l'industria però, è stato ufficialmente accertato che nessuno degli indagati detiene alcuna quota del portale: il dominio è intestato a "Reservella", una società off-shore con la quale gli amministratori del sito non hanno, almeno sulla carta, niente a che fare.
Di più: nel corso delle indagini, pare essere stato verificato che gli amministratori non possiedono alcun bene personale che possa essere pignorato per risarcire la parte lesa: l'unico a possedere un effettivo patrimonio è l'imprenditore Carl Lundstrom, che parebbe conservarlo però in Svizzera.
Le possibilità che i danneggiati possano effettivamente essere pagati sembrano quindi pressoché nulle: considerati anche gli i costi sostenuti per il processo, sarebbe interessante capire, a questo punto, quanto conveniente sia stata la manovora per le major..
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