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Retata anti-P2P... FALSO!

04/06/2003
- A cura di
Zane.
Archivio - Smentita ufficiale Guardia di Finanza sull'operazione antipirateria..

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retata (1) .

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

Come prontamente segnalatoci anche da un lettore, Giorgio M. che ringrazio, è stata smentita ufficialmente Guardia di Finanza l'operazione di cui avevamo dato notizia ieri (Link alla news)

Gli agenti hanno sì condotto una maxi operazione antipirateria, ma nettamente slegata dal filesharing: la retata, di cui si saprà di più nei prossimi giorni, ha colpito solamente alcuni pirati "professionisti" (circa 200), individui che rivendevano mediante alcuni siti web materiale contraffatto, soprattutto software professionale, audio e video.

L'intera faccenda ci ricorda ancora una volta che nel mondo dell'informazione, soprattutto quella on-line, verificare le fonti è un dovere fondamentale, tanto per i portali di informatica quale il nostro, sicuramente colpevole di non aver contattato direttamente Guardia di Finanza, quanto per chi fa informazione di professione, come Repubblica.it, che per prima ha distribuito la notizia: difficile infatti capire come possano essere apparsi "3.000 utenti di peer-to-peer" e altri dettagli che, alla luce dei nuovi fatti, sembrano decisamente "confezionati" su misura per l'articolo.

Interessante anche l'articolo di Paolo Attivissimo pubblicato da Apogeonline, dove l'autore castiga con toni molto duri, trovandomi pienamente d'accordo, noi e tutti gli altri che hanno riportato tale notizia.

Anche Punto-Informatico segnala il refuso, accostando alla notizia un interessantissimo articolo firmato dall'Avvocato Minotti, in cui il legale trova numerosi refusi nel comunicato di Repubblica, e afferma che di fatto "Le modalità della condotta (lucrativa o meno) incidono invece sul trattamento sanzionatorio che, nella stragrande maggioranza dei casi, considerata l'ordinaria gratuità dello sharing, non ha rilevanza penale".

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