Vi ricordate del caso Jammie Thomas, forse il più discusso processo fra RIAA e la pirateria? Già nel 2007 la trent'enne statunitense, precaria e con un reddito mensile essenziale, era stata condannata a pagare una multa di 222.000 dollari per aver messo in condivisione 24 file musicali su Kazaa.
Dopo che la sentenza di primo grado è stata giudicata "inappropriata" dal tribunale, il processo è continuato con una nuova giuria, che non ha sicuramente migliorato la situazione della donna. Mentre prima la multa era di 9.250 dollari per ogni brano, dopo il nuovo ricorso l'ammenda è salita addirittura a 80.000 dollari per ogni infrazione commessa, arrivando dunque alla cifra di 1.92 milioni.
La reazione dell'imputata, nonché di moltissime altre persone non coinvolte direttamente nella vicenda, è stata di estremo stupore, tanto da riferirsi alla multa come "qualcosa di ridicolo".
Nonostante Jammie Thomas pensasse di avere la legge dalla propria parte, RIAA è riuscita a trionfare nuovamente. Cara Duckworth, portavoce dell'Associazione, ha dichiarato di essere felice della scelta della giuria e di aver molto apprezzato la serietà con la quale il caso è stato trattato.
Però, per quanto RIAA possa essere (comprensibilmente) soddisfatta dei risultati, l'ammontare della multa è troppo alto per la condizione finanziaria in cui si trova la donna condannata. Probabilmente non sarà in grado di estinguere il suo debito, e potrebbero presentarsi nuovi scenari.
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