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Digital Britain fotografa la Gran Bretagna on-line

a cura di THEno
19/06/2009 - news
Tecnologia & Attualità - Uno studio finanziato dal Dipartimento della Cultura britannico parla di Internet, multimedialità, pirateria e sfide per il futuro: connettività a banda larga per tutti, ma severe disconnessioni per chi scarica illegalmente contenuti protetti.

Nel Regno Unito è appena stata conclusa una delle più ampie analisi interne alla nazione in campo tecnologico e multimediale.

Quello che è stato chiamato come "Digital Britain" dal Dipartimento della Cultura che ha portato avanti il progetto, altro non è che uno studio riguardo ai vari media per la comunicazione, quali TV, radio e Internet, e la frubilità di tali canali per la distribuzione dei contenuti.

Lo stato della connettività

In generale il documento fotografa una Gran Bretagna particolarmente avanzata sul fronte tecnologico: basti pensare che il 10% del prodotto interno lordo della nazione è generato da attività on-line, ed una buona parte dell'interazione fra cittadini ed enti governativi si avvale della Rete.

Anche la velocità ed i prezzi della della connettività sono fra i più competitivi in Europa.

Uno dei punti chiave che gli autori hanno evidenziato è ila necessità di un intervento governativo finalizzato a portare l'accesso a banda larga (almeno 2 Mbps) tutta la popolazione: sebbene possa sembrare complesso, ad oggi solo il 10% dei cittadini non ha accesso alle alte velocità di navigazione. L'obbiettivo potrà essere raggiunto nel 2012, ma saranno necessari oltre 200 milioni di sterline per poter completare al meglio il progetto.

Non è invece menzionato nulla di specifico riguardo alla connettività senza fili, settore nel quale non sembra essere necessario un intervento dello stato. Si parla invece di riorganizzazione e consolidamento dello spettro di frequenze radio, compresa la porzione liberata dalla transizione alla TV digitale.

Contenuti e pirateria

Ma un altro punto di orgoglio per la Gran Bretagna riguarda la produzione di materiale multimediale. Dal documento si può leggere che "l'industria inglese ha sempre fatto sentire il suo peso a livello mondiale. Un terzo dei prodotti televisivi venduti in tutto il mondo provengono da società britanniche." Purtroppo però viene anche sottolineato che il nuovo modello Internet-centrico di distribuzione porterà meno guadagni rispetto ai precedenti anni.

Anche la questione della pirateria è stata analizzata dagli autori, i quali ritengono che "la maggior parte delle persone, dando loro una scelta ragionevole, preferiscono non infrangere la legge." In tal senso il governo dovrebbe incentivare la diffusione del download legale, attraverso campagne di sensibilizzazione che informi quanto sia dannosa la pirateria per il Paese.

Tuttavia, gli autori sono ben consci che la sola informazione potrebbe essere insufficiente a dissuadere gli scaricatori più attivi: ecco quindi che si parla ancora una volta di three strike, ovvero l'ormai famoso modello di disconnessione forzata alla terza violazione, e la necessità di coinvolgere di più i provider, che dovrebbero essere dotati degli opportuni strumenti normativi per applicare strozzature e blocchi ai protocolli di scambio già dal secondo avviso.

Altri punti toccati dalla relazione riguardano la radio digitale, i limiti da imporre ai videogiochi troppo violenti o diseducativi, e il potenziamento dei corsi di formazione per creativi.

L'aspetto più interessante da notare comunque è l'impegno che tutto il governo Britannico sta investendo nel tentativo di creare un compromesso fra la legalità e l'illegalità, e la chiara intenzione di dotare ogni cittadino di connettività a banda larga.

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