Se per alcuni è semplice routine passare gran parte della giornata davanti ad un computer, "costretti" a lavorare sperando che qualcosa li porti via dallo schermo, magari una vincita milionaria, c'è chi uccide i genitori perché, al contrario, obbligato a non giocare con la propria console.
Un caso molto famoso fu quello enfatizzato come "Xbox Murders" quando in Florida, nel 2004, quattro giovani ragazzi vennero massacrati da un loro ex-inquilino che voleva solo riprendersi la sua Xbox.
Fatto più recente, avvenuto nell'Ottobre 2007, riguarda un giovane sedicenne, Daniel Petric, che, un giorno, prese la pistola di papà e sparò ad entrambi i suoi genitori, ferendo gravemente il padre ed uccidendo la madre, per poi scappare portandosi appresso il suo videogioco preferito, Halo 3.
La sua furia scaturì proprio quando i suoi parenti gli imposero di ridurre il tempo che impiegava giocando a quel videogame, tanto che si crede che stesse pianificando l'atto ormai da settimane! Comunque, la sentenza arriverà a breve e il giudice terrà conto dell'instabilità mentale del ragazzo dopo aver inteso che "Il giovane probabilmente non si rendeva conto che uccidendo i suoi genitori essi sarebbero rimasti morti per sempre".
Il padre, sopravvissuto, è accorso in tribunale a difesa del figlio, ma la pena potrebbe risultare molto pesante; si parla infatti di un probabile ergastolo o, comunque, di un periodo di carcere molto lungo.
Microsoft ha ritenuto opportuno rilasciare un pubblico commento sulla vicenda, limitandosi a dire che si rende conto della situazione e che si tratta di un raro caso tragico.
Che l'epidemia di violenza sia destinata a crescere? Si spera proprio di no...
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