Si chiude il 2008 anche per quanto riguarda la sicurezza informatica, e si tirano le somme su quello che è stato l'anno in questo campo.
Marco Giuliani, il guru italiano del settore, ha proposto un documento PDF intitolato "2008 - Il Web Si Tinge Di Giallo" in cui riporta e commenta i numerosi eventi sul lato sicurezza informatica accaduti nell'anno passato.
Riprendo di seguito i punti più significativi.
Al primo posto troviamo i rootkit, che hanno fatto parlare di loro in maniera eclatante.
In testa il MBR Rootkit, che infetta i primi settori del disco senza annidarsi nel sistema, tecnica che gli fornisce un enorme vantaggio. Il 2008 ha visto senza dubbio un forte incremento di infezioni relative a questo tipo di malware.
Si prosegue poi con il Rustock.C, un rootkit tecnicamente molto avanzato che utilizza la tecnica file infector: infetta quindi a ruota i driver sani del sistema operativo con richiami al proprio, e non necessita quindi di un valore nel registro di sistema per l'avvio automatico.
Questi due esempi hanno dimostrato come le misure di sicurezza siano insufficienti a contenere le centinaia di attacchi giornalieri, e come anche i software antimalware debbano rinnovarsi.
Dal versante opposto, quello dei software di sicurezza, vediamo un incremento di utilizzo e perfezionamento delle tecnologie euristiche, volte alla rilevazione di un file infetto senza una relativa firma nel database, e della diffusione di un database antivirale comune online disponibile a tutti gli utenti di un dato software antivirale, anche se ancora non è una soluzione adottata da tutti gli antivirus. Ad ogni apertura di un file, il software antivirus controlla se nel database online è contrassegnato come malevolo, ed, in caso, ne blocca subito l'esecuzione.
L'avvento di Windows Vista e dello User Account Control ha "introdotto" l'account limitato, sufficiente a contenere i danni più grossi verso il sistema operativo, tecnica già adottata da tempo dai sistemi concorrenti quali GNU/Linux e MAC.
Si evidenzia come nel 2008 il mezzo di diffusione dei malware principale siano state le pagine web infette atte a sfruttare vulnerabilità nei programmi installati, e non più fake, crack, keygen provenienti dalle reti Peer to Peer o e-mail infette.
Questo cambiamento probabilmente proseguirà ancora per l'anno corrente, in maniera forse più marcata.
Sebbene il dominio sul mercato dei sistemi operativi sia ancora saldamente in mano al colosso di Redmond, Mac ha guadagnato un abbondante 5%, e i virus-writer stanno iniziando ad interessarsene.
Nel 2008 si è verificato un notevole incremento di codici nocivi per Mac e, anche se in confronto a Windows si tratta di ordini di grandezza totalmente differenti, stanno già sorgendo i primi software antimalware sia gratuiti che a pagamento.
La struttura del sistema operativo Apple è senza ombra di dubbio differente rispetto a quella di Windows: risulta quindi altamente improbabile che su Mac sia possibile assistere ad un innalzamento del livello di rischio pari o addirittura superiore a quello di Windows.
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