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Guida all'organizzazione del file system su Linux

07/07/2009 - articolo
Linux & Open Source - È uno dei maggiori problemi per chi si avvicina al mondo del pinguino arrivando da Windows. I nomi cambiano, l'organizzazione dei file e delle cartelle pure, e ci si sente spaesati. Vediamo di far luce sull'argomento.

Ormai è risaputo che da un paio d'anni a questa parte, il mondo GNU/Linux si sta affacciando sempre di più al mondo degli home desktop, costituito dai computer casalinghi, volti all'intrattenimento familiare.

In questa indagine di mercato dove, tra l'altro, si vede Microsoft e i suoi sistemi Windows scendere sotto il 90% delle quotazioni, notiamo invece un timido Linux salire allo 1,02%, quando a gennaio registrava uno 0.64% (qui il rapporto completo sulle quotazioni di Linux e degli altri sistemi operativi).

Certo, è uno 1,02% che a molti farà sorridere, ma la percentuale di utenti che utilizzano il pinguino è in aumento, e credo che almeno il doppio delle persone riscontrate in quell'indagine ha provato, almeno una volta, un sistema operativo GNU/Linux, ma sono poi tornate a Windows o a Mac per vari motivi.

Uno fra questi è la diversa organizzazione del file system rispetto a Windows, che porta in confusione molti aspiranti Linux user. Ma dov'è il disco C: ? Ho appena inserito una chiavetta USB, come posso accederne al contenuto? Cosa significa "/" che molti chiamano root? Queste sono alcune delle tante domande a cui cercheremo di dare una chiara risposta in quest'articolo, sperando sia una valida risorsa per chi vuole avvicinarsi al mondo del pinguino.

Differenze tra Windows e Linux

Come abbiamo già detto, la gerarchia del file system su Linux è nettamente differente a quella presente su Windows: in quest'ultimo troviamo tutte le memorie di massa (dischi rigidi, memorie USB e così via) tra le Risorse del Computer, i dispositivi con i quali è costituito il computer (scheda audio e video, processore, host USB, eccetera) si possono gestire nella finestra Gestione Periferiche e gran parte della configurazione del sistema viene memorizzata nel famoso registro di sistema.

Questa organizzazione, che potrà sembrare comoda ai neofiti, tende a nascondere agli utenti più smaliziati e agli smanettoni una grossa fetta della personalizzazione e configurazione del sistema, cosa che in ambiente open source specie su GNU/Linux è inaccettabile, dato che in questi sistemi l'utente deve avere sotto mano tutti gli strumenti per gestire il suo computer nel modo che più gli aggrada.

Il file system su Linux, invece, rende disponibile tutta la configurazione del sistema, esattamente dove si trova: in semplici ma efficaci file memorizzati nel disco fisso, ed è lì che l'utente andrà ad agire per modificare le impostazioni del sistema, senza aver bisogno di interfacce grafiche che spesso tendono a limitare la personalizzazione.

A prima vista questo tipo di organizzazione può sembrare un miscuglio di file che rende la vita impossibile anche ai più determinati, ma non è così, infatti questi file sono disposti in prefissate cartelle ognuna con il proprio scopo ben definito e con un po' di abitudine non si riesce più a farne a meno.

Nel paragrafo successivo andremo a conoscere questa cartelle, a scoprire dove sono posizionate e cosa contengono.

Gerarchia ad albero

Il file system presente sui sistemi Linux organizza le proprie cartelle in una gerarchia comunemente detta "ad albero", ossia tutta la struttura parte da punto ben preciso chiamato root, che in italiano significa "radice" e si indica molto spesso con il simbolo "/" (si legge "slash"). Dalla root partono tutte le varie cartelle contenenti le proprie sottocartelle e così via.

Prima di procedere con l'analisi di tutte le cartelle presenti nella root, vi propongo uno schema riassuntivo di quelle principali che ho preparato per l'occasione.

MLI_Gerarchia_Linux.png

Come potete osservare, ogni cartella presente nella root ha una funzionalità ben precisa e consente di tenere organizzati i file a seconda del loro tipo, che ora andremo ad analizzare.

Vorrei farvi notare un altro paio di aspetti interessanti. Innanzitutto, per indicare i percorsi delle cartelle e dei file si utilizza lo slash ("/") anziché il backslash ("\") come accade su sistemi Windows: ad esempio, il percorso C:\Users\nomeutente si trasforma in /home/nomeutente in Linux e anche in tutti i sistemi POSIX-compatibile, come UNIX, BSD e Mac OS X.

Un'altra sottigliezza cui dovete porre l'attenzione è che tutti i percorsi iniziano sempre indicando la root come cartella principale, come effettivamente deve essere. Quando vi riferite, per esempio, a /etc, notate che si indica sempre root / più il nome della cartella, in questo caso etc, e così via.

Conclusioni

Quest'articolo è stato scritto per essere d'aiuto a tutte quelle persone che, sebbene desiderose di effettuare lo switch da Windows a Linux, rimangono spiazzate quando si tratta di fare i conti con un'organizzazione differente del file system nel pinguino.

Una volta abituati, le cose vi sembreranno molto più semplici e la navigazione tra cartelle e file risulterà molto intuitiva. Nei casi migliori comincerete ad amare questa sua organizzazione semplice, ordinata ed efficace tanto da non farne più a meno.

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