La cosa era nell'aria ormai da tempo, e alla fine Google ha rilasciato il prodotto al grande pubblico. Lively by Google, questo il nome completo del nuovo mondo di silicio, è ora realtà.
Ma che cosa è Lively? Volendo semplificare al massimo, si tratta di un ambiente di chatroom tridimensionali, in cui l'utente, una volta scelto il proprio alter ego digitale, può vagare per lo scenario e chattare con altri pari.
Entrare nel mondo di Lively è piuttosto semplice. Per prima cosa si installa un piccolo programma e relativo plug-in, mediante il quale il browser web può interagire con l'applicazione.
L'installer crea quindi un nuovo collegamento sul desktop che, una volta lanciato, apre la pagina http://www.lively.com/rooms, principale (ma non unico, come vedremo) porta per l'accesso all'universo Lively.
A questo punto, è possibile creare una propria ambientazione ("room", nel lessico di Lively) oppure entrare in una dei tanti scenari creati dagli altri: già un centinaio di stanze sono elencate alla pagina di riferimento, ed altre decine continuano a spuntare come funghi.
Prima di accedere ad una delle stanze però, è indispensabile scegliere il proprio avatar tridimensionale da una lista di circa 10 modelli base.
Invero, Lively offre ancora una gamma piuttosto limitata di opzioni di personalizzazione: i modelli base di avatar sono ancora piuttosto pochi, e capita di frequente di imbattersi in molteplici "cloni".
Ad ogni modo, una volta scelta "la base", è possibile passare alla sua personalizzazione: a seconda del modello scelto, sarà possibile impostare il look e l'aspetto, scegliendo colore e taglio di capelli, aspetto degli occhi, ed abbigliamento
Una volta usciti dal "guardaroba", è possibile entrare nella stanza selezionata in precedenza, nella quale scambiare messaggi testuali con gli altri partecipanti, aggiungere mobìlia di ogni tipo (a catalogo sono già presenti piante ornamentali, divani, poster, sedie, tavoli, comodini, lampade e tanto altro ancora), ed esplorare il metamondo virtuale in punta di mouse.
Per la mia prova su strada, mi sono trattenuto per qualche tempo nella stanza "Cool Italian Room", in cui sono stato amabilmente accolto dal padrone di casa e dagli altri utenti.
È possibile interagire con la maggior parte degli oggetti, ed anche con gli altri partecipanti. Per impartire i comandi è sufficiente selezionare l'azione desiderata da un intuitivo menu contestuale. Diviene quindi estremamente semplice eliminare gli elementi ornamentali della stanza, oppure scambiarsi abbracci, strette di mano e perfino ingaggiare simpatici combattimenti con gli altri avatar
Allo stesso modo, il menu relativo al proprio personaggio consente di esprimere stati d'animo: sono disponibili molti tipi di risata, occhiate di sufficienza, grida, schiamazzi e balli di diverso tipo
Come da tradizione Google, anche Lively porta la dicitura "beta". E questa volta si tratta di una versione preliminare a tutti gli effetti.
Ho verificato problemi, ad esempio, ad accedere a stanze molto affollate: l'attesa per entrare in room popolate da qualche migliaio di giocatori può arrivare anche a parecchi minuti.
Ho rilevato inoltre difficoltà a spostare l'avatar con precisione: spesso il personaggio si muove in modo repentino, finendo per superare il punto d'interesse.
Ancora: il sistema di controllo è ancora piuttosto spartano, e, per di più, tutta l'interfaccia è solo in inglese. Manca il supporto alle combinazioni da tastiera, mediante il quale raggiungere funzionalità usate di frequente, come ad esempio la risata o l'annuire.
Purtroppo la lista degli aspetti negativi non si esaurisce ancora: il programma funziona unicamente sotto piattaforma Windows, e solamente utilizzando Internet Explorer o Firefox: gli utenti Mac o Linux oppure Safari o Opera dovranno quindi pazientare ancora qualche tempo.
La stampa specializzata ha subito paragonato questo Lively al celeberrimo Second Life, ma a mio avviso vi sono significative differenze fra i due prodotti.
Innanzitutto, le singole stanze di Lively non sono comunicati: non c'è quindi un vero e proprio "mondo" unico, ma piuttosto tanti piccoli "paesi" a se stanti.
Allo stato attuale inoltre, su Lively non esiste la valuta, strumento fondamentale nella Seconda Vita.
Ancora: il client per Second Life è un'applicazione nativa per desktop, mentre Lively gira all'interno del browser web: da un lato, questo implica una maggiore facilità di installazione e di integrazione con quanto il web ha da offrire offrire (è possibile, ad esempio, affiggere a mo' di quadro anche filmati YouTube) ma dall'altro si traduce in un calo di prestazioni e stabilità notevole. L'integrazione è bidirezionale: non solo è possibile integrare contenuti web all'interno di Lively, ma anche incorporare la propria chatroom preferita all'interno del proprio sito, applicando nelle proprie pagine la semplice stringa di HTML presentata sotto ogni chat: ecco quindi che non solo Lively.com, ma qualisasi pagina web, può essere un punto di accesso all'universo virtuale.
Anche l'impatto visivo è differente: la grafica di Lively è impostata su uno stile cartoon/fumettoso, mentre su Second Life si è mirato a mantenere i disegni quanto più possibile attinenti alla realtà.
Diversa anche la libertà d'azione concessa agli avatar: Lively offre un set di azioni e menu estremamente più limitato rispetto a quanto visto su Second Life: se questo ne pregiudica sicuramente l'attrattiva sul lungo periodo, è anche vero che la creatura Google si conferma nettamente più immediata rispetto al metamondo così ricco creato da Linden Lab.
Infine, differenze anche per quanto rigaurda le "stanze": su Second Life i territori sono acquistabili previo pagamento, mentre su Lively -probabilmente anche per le intrinseche differenze concettuali- le "room" sono gratuite.
Ancora non è del tutto chiaro come Google conti di capitalizzare su Lively. In Rete già si specula circa la possibilità di vedere annunci AdWords contestuali all'argomento corrente appesi alle pareti, ma si tratta appunto solo di supposizioni.
Un'altra fonte di guadagno potrebbero essere le personalizzazioni: ad oggi infatti, il "negozio" da cui personalizzare il proprio avatar già prevede la possibilità di pagare per acquistare pantaloni, camice, abiti ma anche tagli di capelli aggiuntivi o mobili: tutto è a costo zero per il momento, ma la cosa potrebbe far presagire la volontà di Google di introdurre tariffe per gli elementi più esclusivi. Certo, sarebbe un secco cambio di direzione rispetto alla politica economica adottata fin d'ora da Big G, ma i presupposti sembrano esserci tutti.
Ho trascorso ormai qualche tempo nelle chiassose chatroom di Lively, e l'esperienza, a meno dei fastidiosi peccati di gioventù della tecnologia, è sicuramente positiva.
La possibilità di fare quattro chiacchiere in libertà con altri avatar, con i quali interagire in tanti modi diversi, è indubbiamente un passo avanti rispetto alle mere conversazioni IRC degli anni 90.
L'immediatezza di tutto il sistema fa sicuramente la sua parte nel rendere piacevole l'uso di Lively: senza nemmeno leggere la documentazione, le chatroom diventano pienamente godibili già in meno di 10 minuti di smanettamento.
Devo comunque confessare che dubito la cosa possa diventare un passatempo abituale: nessun avatar o mondo virtuale può, almeno per quanto mi riguarda, sostituire quattro chiacchiere fatte di persona con un amico davanti ad una freschissima birretta.
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