A sancire una notevole arretratezza dell'ICT italiano è niente di meno che l'autorevole gruppo di rilevazioni IDC, che nell'ultimo rapporto sulla penetrazione delle tecnologie nel mondo classifica l'Italia fra gli ultimi paesi del G8 come diffusione delle tecnologie per comunicazione.
"Il rapporto" spiega IDC "combina 15 variabili raggruppate in 4 settori per classificare la capacità di ogni nazione di accedere ed utilizzare i newmedia".
La ricerca ha valutato la capacità di innovazione sui fronti "Computers", per stabilire la mera diffusione dei personal fra la popolazione, "Internet", un dato che mostra la propensione dell'utenza all'e-commerce e la percentuale di PC connessi Rete, "Telecoms" con valutazione delle infrastrutture di accesso, quali diffusione del broadband e delle connessioni wireless e "Social", in cui è stata rilevata il grado di capacità d'uso del mezzo e libertà di espressione.
Nella classifica generale, il Bel Paese è solamente diciannovesimo, superato da paesi tradizionalmente meno hightech quali Spagna, Germania, Francia.
La classifica vede in testa Danimarca, che strappa Svezia la palma di paese tecnologicamente più avanzato, un primato che teneva da quattro anni consecutivi.
Al terzo posto gli stati uniti, seguiti da Svizzera, Canada, Olanda, Finlandia e Corea, che con il suo ottavo posto stacca di parecchie distanze il nostro Paese.
Peggio di noi fanno Portogallo (25) e Grecia (30), nonché paesi slavi quali Repubblica Ceca (27esima) e Ungheria (28esima)
Ultimi classificati fra i 53 stati esaminati, troviamo Indonesia, Vietnam, India e Turchia. Alla luce di questi dati, IDC avanza quindi alcune ipotesi fra il grado di sviluppo generale dei paesi e il grado di penetrazione dell'ICT: stando al gruppo, vi sarebbe una forte correlazione fra i due indici.
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