Posto che monitor di bassa qualità possono danneggiare la vista, è sempre necessario scegliere prodotti di buona qualità. In ogni caso, è consigliabile evitare lunghe permanenze davanti allo schermo.
A tal riguardo, il D.L. 626/94 tutela il lavoratore che svolge la sua attività mediante l'utilizzo del personal computer, prevedendo che "il lavoratore, che usa per almeno 4 ore consecutive il video terminale, deve usufruire di una interruzione della sua attività mediante pausa, di almeno 15 minuti ogni 120 minuti di applicazione continuativa al video terminale" (artt. 50-54 D.L. 626/94).
Ai fini di una perfetta visualizzazione delle immagini, importantissimo è anche il posizionamento del monitor, che deve essere posto esattamente di fronte, ad una distanza di circa 60 cm. Inoltre, è necessario che la parte superiore del monitor corrisponda all'altezza degli occhi e non si trovi al di sotto, per evitare così un affaticamento della vista.
Il monitor CRT (Catode Ray Tube- Tubo a raggio catodico) è il classico monitor di grosse dimensioni, che produce radiazioni potenzialmente pericolose per la nostra vista.
Sono simili in tutto e per tutto alla televisione; ciò che li differenzia è che i CRT hanno una definizione maggiore. Il loro è stato un mercato fiorente, che offriva una vasta gamma di formati (dai 14 pollici fino ai 21 pollici). La ragione del loro successo e della loro persistenza sul mercato - non sono stati scalzati velocemente dai monitor a cristalli liquidi - è riconducibile al fatto che per lungo tempo sono stati in grado di offrire una migliore qualità visiva e un prezzo contenuto.
Infatti, gli LCD non garantivano una perfetta visione dello schermo da angolazioni critiche, né tantomeno un'omogenea illuminazione dello schermo e una perfetta resa cromatica.
Ancora oggi vi sono modelli affetti da tali problematiche e alcuni di questi, se non perfettamente schermati, possono comunque emettere radiazioni, pertanto è bene fare attenzione a ciò che si acquista, senza lasciarsi sedurre da offerte allettanti; è meglio spendere qualcosa in più, ma avere la sicurezza di ciò che si acquista.
Allo stato attuale, il meglio della tecnologia è rappresentato dai monitor TFT (Thin Film Transistor) e gli apparecchi che appartengono a tale categoria vengono detti "a matrice attiva".
In questo tipo di monitor, l'accensione e lo spegnimento di ogni pixel è gestito da un transistor, che è l'elemento attivo; ne deriva che, caratteristica essenziale di tale tecnica è un minor impiego di corrente e un tempo di accensione e spegnimento dei pixel notevolmente inferiore, a cui consegue un aumento della frequenza di refresh, di cui parleremo fra poco.
A questo punto, senza scendere troppo nel tecnico, precisiamo che un pixel è un elemento puntiforme, a sua volta costituito da tre subpixel rispettivamente di colore rosso, verde e blu (si parla di sistema di colori RGB). Le immagini visualizzate sullo schermo vengono quindi generate dalla luce, che colpisce proprio questi ultimi. A lato lo schema di un pixel costituito dai tre sub pixel.
Gli schermi LCD offrono una serie di vantaggi che ora consideriamo:
Innanzitutto, essi presentano un minor consumo energetico pari a circa un terzo rispetto ai CRT (cioè fino al 70% in meno) ; tuttavia, è bene ricordare a che alcuni LCD consumano corrente anche da spenti. Il tutto, comunque, a parità di area visualizzata, con la conseguenza che essi producono una minor emissione di calore e naturalmente hanno un minor ingombro.
Già ad una frequenza di 60 MHz forniscono immagini prive di sfarfallio, essendo disegnate mediante l'accensione dei pixel e non, come nei CRT, mediante una visualizzazione riga per riga. Le immagini prodotte, inoltre, non vengono distorte come accade nei monitor tradizionali a causa della forma stessa di tali monitor.
A parità di superficie, un LCD ha un'area di visualizzazione maggiore rispetto a quella di uno schermo tradizionale, e offre una durata superiore: per un monitor tradizionale, la durata varia in un intervallo che va dalle 25.000 alle 30.000 ore, mentre per un monitor a cristalli liquidi si va dalle 40.000 alle 50.000 ore, prima che si notino gli iniziali cali prestazionali.
Sicuramente, anche gli LCD presentano svantaggi, che analizzeremo in seguito. Scopriremo quindi che, acquistando un prodotto di pregevole qualità, sarà possibile non incorrere in nessuna brutta sorpresa.
Per l'acquisto di un monitor, è necessario valutare questi specifici fattori, che hanno subito modifiche nel passaggio dal CRT all'LCD:
La dimensione fisica dello schermo è senza dubbio il primo parametro da valutare e il mercato, da questo punto di vista, offre una vasta scelta di dimensioni.
L'unità di misura convenzionale che esprime le dimensioni di un monitor è il pollice (in) ; ricordiamo che
1 in = 2.54 cm e tale misura si riferisce alla lunghezza della diagonale dello schermo, pertanto uno schermo da 17 pollici ha una diagonale lunga 43.18 cm. Tuttavia, nei monitor CRT questa è una misura nominale, nel senso che non coincide con la dimensione reale. Quest'ultima, infatti, risulta sempre minore, con uno scarto che va da 0.5 in fino ad 1 in.
Al contrario, a parità di pollici, la superficie degli LCD è più ampia rispetto a quella dei CRT. In pratica, un 15 pollici a cristalli liquidi corrisponde a un 17 pollici tradizionale.
Il monitor da 17 pollici attualmente è il prodotto più comunemente commercializzato, ma se ne avete la possibilità, consiglio vivamente di acquistarne uno di dimensioni maggiori.
Rappresenta la densità dei pixel che costituiscono un'immagine ed è espressa in pixel/pollice o pixel/centimetro. Si tratta, più semplicemente, del numero di pixel che il monitor è in grado di visualizzare.
Il pixel rappresenta ciascuno degli elementi puntiformi che costituiscono l'immagine visualizzata sullo schermo; tali punti sono così piccoli e numerosi da non essere distinguibili ad occhio nudo, e formano così un'unica immagine visualizzata sul monitor.
Ciascun pixel è caratterizzato dalla propria posizione e da determinati valori, quali colore e intensità, variabili in funzione del sistema di rappresentazione adottato. Si può intuire che, maggiore è il numero di pixel, migliore è la visualizzazione dell'immagine. Un buon monitor deve essere in grado di supportare almeno la risoluzione 1024x768 pixel, ma ovviamente risoluzioni maggiori sono caratteristiche di un miglior prodotto.
È importante osservare che i vecchi monitor CRT offrono la stessa qualità di visualizzazione a risoluzioni diverse, mentre gli LCD hanno la miglior resa esclusivamente alla risoluzione nativa.
Modificando la risoluzione su un display LCD, rispetto a quella cosiddetta nativa, che costituisce la risoluzione ottimale strettamente correlata alle caratteristiche produttive del display LCD, si ottiene come risultato un'immagine di qualità peggiore.
In generale, una risoluzione nell'ordine dei 1024x768 pixel risulta sufficiente per chi utilizza il monitor per applicazioni office, per la videoscrittura. Per applicazioni multimediali e la navigazione in Internet è sufficiente la risoluzione di 1280x1024. Per applicazioni grafiche professionali è richiesta una risoluzione di 1600x1200 pixel o superiore.
A conclusione di quest'argomento, vogliamo far notare che la risoluzione che un monitor consente di ottenere deve essere mediata dalle dimensioni fisiche del monitor stesso.
Infatti, cercare di visualizzare un'immagine a 1280x1204 su un monitor da 14 pollici, renderebbe la stessa praticamente illeggibile.
Il contrasto in un'immagine è la differenza tra il valore più alto (pixel più luminoso) e il valore più basso (pixel più scuro) nell'immagine. È bene osservare che si tratta di una caratteristica dello schermo e non del monitor.
Facciamo un esempio:
Consideriamo un documento di testo con le lettere nere su sfondo bianco; se tale sfondo è 100 volte più chiaro delle lettere, il rapporto di contrasto è 100: 1.
Da quanto appena detto segue che la qualità di un'immagine sarà più elevata quanto più elevato sarà il contrasto.
Negli attuali prodotti di fascia media, il rapporto di contrasto è compreso tra valori di 400-700: 1; nella vostra scelta optate quindi per un valore di contrasto di almeno 500: 1.
Tuttavia, va precisato che tale fattore non è da solo determinante nel giudizio di un buon prodotto; anzi, non sempre un monitor LCD con elevato contrasto è sinonimo di un prodotto eccellente. Fondamentali a tal riguardo sono le voci che ci apprestiamo a presentare.
Questo parametro è strettamente legato al contrasto e si riferisce anch'esso allo schermo del monitor. La luminosità è data dalla formula L=B+x*C, dove B è la regolazione della luminosità (brightness), C la regolazione del contrasto, e x è il segnale in ingresso.
Il valore della luminosità è misurato in candele per metro quadro (CD/mq) e rappresenta l'intensità di luce per unità di superficie che il monitor può riprodurre.
I vecchi monitor a tubo catodico difficilmente superano le 100 candele al metro quadrato, mentre gli attuali cristalli liquidi offrono valori compresi tra i 250 e i 350 CD/mq, quindi a un buon valore della luminosità corrisponde un'immagine di elevata qualità.
Anche in questo caso, si consiglia di scegliere un prodotto con valori prossimi a quelli massimi.
Rappresenta la velocità alla quale un'immagine viene rigenerata sullo schermo e si misura in Hertz. Più elevata è la velocità con cui sullo schermo viene riprodotta l'immagine, più stabile sarà quest'ultima.
Ad esempio: dire che un monitor ha una frequenza di refresh di 75 Hz equivale a dire che l'immagine viene riprodotto sullo schermo 75 volte al secondo; questa è la frequenza minima a cui dovrebbe funzionare un monitor per avere un'immagine senza sfarfallii.
Nei migliori CRT, in cui la frequenza massima può arrivare a 100 HZ, l'immagine viene, per così dire, disegnata sullo schermo riga per riga, partendo dalla prima fino all'ultima, per poi riprendere dall'inizio.
Nei monitor LCD, al contrario, grazie alla tecnologia TFT (Thin Film Transistor), l'immagine viene creata attraverso l'illuminazione dei pixel.
A questo punto è chiaro che maggiore è la frequenza di refresh, maggiore è la stabilità dell'immagine, senza contare che anche i nostri occhi saranno sicuramente più riposati.
È un parametro che si lega alla risoluzione, nel senso che, anche con un risoluzione molto elevata, se il valore del dot pitch non è adeguato, l'immagine risulterà poco nitida se non addirittura sgranata.
Il dot pitch rappresenta la distanza tra due pixel dello stesso colore; tale distanza viene espressa in centesimi di millemetro. Ad esempio, monitor di bassa qualità hanno un dot pitch di 0.35 mm, con la conseguenza che minore è questo valore, migliore sarà la qualità e la nitidezza dell'immagine. Apparecchi con un dot pitch pari a 0.21 sono accettabili, ma apparecchi con dot pitch pari a 0.14 sono eccellenti.
Indica il tempo impiegato da un pixel per passare da nero a bianco e ritornare nero e si misura in millisecondo (ms). In un monitor CRT il colore dei pixel cambia quasi istantaneamente, mentre negli LCD, a causa del loro materiale viscoso, i pixel richiedono un certo tempo per modificarsi, adeguandosi alla quantità di luce che li attraversa. Più questo valore risulta basso, maggiore sarà la capacità dello schermo a cambiare velocemente la visualizzazione di un'immagine.
Nel caso si voglia utilizzare un monitor per giochi e film, il tempo di risposta non deve essere superiore ai 16 millisecondi; apparecchi con tempi di risposta superiori ai 25 millisecondi sono sconsigliati, in quanto presentano il problema delle scie degli oggetti in movimento. Un consiglio: se, muovendo velocemente il mouse, osservate una scia, avrete una buona indicazione della scarsa qualità dell'apparecchio.
È questo forse il parametro più critico per un monitor LCD, infatti la visualizzazione migliore si ottiene solo stando esattamente di fronte allo schermo. Variando l'angolo di visualizzazione, la luminosità, i colori ed il contrasto variano e pertanto l'immagine risulta più scura e sbiadita.
L'angolo di visione medio, che si distingue in orizzontale e in verticale, dichiarato dai vari produttori di monitor LCD si aggira attorno ai 160°, sia in senso orizzontale, sia verticale, ma in alcuni casi arriva anche a sfiorare i 180°.
Il consiglio che si può dare senza dilungarsi in pesanti approfondimenti è di preferire display con un angolo di visuale almeno di 170°.
Anche i moderni monitor LCD sono dotati del classico ingresso VGA analogico, come i loro predecessori.
Il problema di questo tipo di ingressi è che, con le schede video tradizionali, il segnale digitale generato dal computer viene trasformato dalla suddetta in analogico, perché possa transitare dal PC al monitor, e quindi viene ritrasformato in digitale nella periferica di visualizzazione.
Tutti questi passaggi degradano l'immagine, pertanto, se si dispone di schede video con uscita digitale DVI (Digital Video Interface), è caldamente consigliato l'acquisto di un monitor con ingresso digitale - componente che fa crescere di parecchio il prezzo dell'oggetto in discorso - in modo tale che l'immagine prodotta dal PC sia direttamente trasferita allo schermo senza passaggi intermedi. Tuttavia, per l'utilizzo da parte della normale utenza la differenza tra VGA e DVI è trascurabile.
Abbiamo considerato quali siano le caratteristiche da valutare nell'acquisto di un nuovo monitor LCD, ma è necessario qualche altro suggerimento: prima dell'acquisto, infatti, è necessario porre l'attenzione anche su un aspetto che non sempre viene preso in considerazione, ossia i pixel difettosi.
La presenza di pixel difettosi in prodotti nuovi è purtroppo normale. In sostanza, alcuni pixel restano sempre accesi o sempre spenti, pertanto è importante sapere a quale classe appartiene il monitor che ci accingiamo ad acquistare e quale garanzia pone il produttore sui pixel difettosi.
La norma ISO 13406-2 prevede quattro classi, che specificano quanti pixel difettosi per milione possono essere presenti nel display.
Gli stessi pixel difettosi vengono poi classificati in vari tipi:
La maggior parte dei monitor appartengono alla classe II, che tollera due pixel accesi, due pixel spenti e cinque subpixel difettosi per milione di pixel (contro 5, 15, 50 Classe III).
In base a quanto appena detto, un monitor che presenta un numero di pixel difettosi superiore a quanto dichiarato dalla casa produttrice, va considerato difettoso e pertanto, in base alla garanzia, deve essere riparato o sostituito.
È possibile risolvere il problema dei pixel difettosi acquistando un prodotto con garanzia zero pixel (Zero Bright Dot), con la quale alcuni costruttori forniscono il diritto alla sostituzione del prodotto in caso di difetti del display entro un certo numero di giorni dalla data di acquisto.
C'è un piccolo stratagemma per verificare la presenza di pixel difettosi: visualizzate dapprima uno schermo bianco, poi uno schermo nero, e verificate se compaiono piccoli fori. Spesso, i difetti più tipici si riscontrano solo dopo parecchie ore d'impiego.
Non sottovalutate quindi neanche quest'ultimo aspetto; orientatevi verso marche famose, che offrano condizioni di garanzia molto favorevoli, così che nel caso di eventuali problemi non rimpiangerete i tanti soldi spesi.
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