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I Nine Inch Nails su The Pirate Bay. Ufficialmente

a cura di The King of GnG
12/03/2008 - news
Archivio - La "one-man-band" più aperta alle tecnologie di rete si spinge oltre l'esperimento di digital delivery dei Radiohead, distribuendo torrent gratuiti con i crismi dell'ufficialità e vendendo edizioni extra-lusso da centinaia di dollari. Piazzandone migliaia.

Trent Reznor, unico membro ufficiale della band dei Nine Inch Nails, è da sempre un convinto sostenitore delle potenzialità di Internet e del file sharing come strumenti di promozione e distribuzione dei contenuti musicali, liberi dai contratti-capestro delle major e in grado di raggiungere una audience potenzialmente illimitata. L'ultima iniziativa dell'artista rispetta in pieno quest'ottica, mettendo in condivisione su rete BitTorrent la prima porzione di Ghosts I-IV, album strumentale in quattro parti tutto da ascoltare, e fornendo agli utenti la possibilità di ottenere l'intera opera in maniera gratuita e senza problemi di copyright.

La strategia adottata da Reznor per promuove il suo ultimo lavoro è diversa dall'oramai noto esperimento dei Radiohead: piuttosto che lasciar scegliere ai propri fan il prezzo da pagare per l'acquisto e il download, il musicista ha preferito stabilire a priori diverse opzioni monetarie con cui acquistare Ghosts I-IV, inserendo la promozione gratuita tramite P2P in una operazione ben più complessa e articolata.

NIN_-_Ghosts_I-IV.jpgGhosts I-IV è infatti disponibile in cinque versioni dal prezzo variabile: per cinque dollari l'acquirente ha diritto a scaricare tutte e 36 le tracce dell'album in vari formati ad alta qualità, senza infezioni da DRM e con tanto di booklet in PDF da 40 pagine; con 10 dollari si acquista il set di due CD con un booklet da 16 pagine, con le spedizioni che cominceranno dal prossimo 8 aprile e inclusivo dei download digitali; l'edizione deluxe costa 75 dollari, contiene ogni sorta di ammennicolo (un disco DVD, uno Blu-ray e altro ancora) e verrà spedita a partire dal primo maggio.

Le ultime due opzioni di prezzo, infine, sono le più interessanti dal punto di vista del mercato: l'edizione extra-deluxe con ulteriore materiale aggiuntivo e package esclusivo costava ben 300 dollari, ed è stata a quanto pare un vero successo considerando che le 2.500 copie confezionate sono già andate esaurite. Reznor ha in sostanza racimolato 750.000 dollari in pochi giorni, intascando ogni singolo centesimo e "vendendo" il proprio prodotto musicale come mai era probabilmente successo in precedenza.

Vi è poi il download gratuito: Ghosts I, la parte dell'album distribuita come promozione dell'opera completa, è stata inizialmente offerta dai server gestiti dagli stessi NIN, ma pare che le richieste siano state tante da costringere Reznor ad appoggiarsi appunto a The Pirate Bay e ad altri tracker BitTorrent pubblici e privati come What.cd? e Waffles. L'apparizione di un account "NINOfficial" sulla inaffondabile Baia svedese ha provocato non poco clamore e chiacchiericcio tra gli addetti ai lavori, prima di venire confermata come una iniziativa riconducibile direttamente alla band.

Apparentemente dunque i NIN non offrono, al contrario dei Radiohead, la possibilità di ottenere l'album completo gratuitamente, e usano il P2P solo come veicolo promozionale per catalizzare l'attenzione dei consumatori su un eventuale acquisto successivo. In realtà, al contrario di quanto pubblicato dai pur autorevoli organi della stampa generalista come il New York Times, Reznor ha nei fatti trasformato Ghosts I-IV in uno dei primi album musicali di risonanza mondiale condivisibili e ridistribuibili sul P2P, senza timore di finire nelle blacklist di RIAA e organizzazioni similari.

Come riporta lo stesso sito ufficiale, l'album viene distribuito sotto licenza Creative Commons Attribution Non-Commercial Share Alike license, grazie alla quale esso può essere condiviso liberamente a patto di rispettare l'attribuzione all'autore e la circolazione in un contesto non-commerciale. Reznor è andato insomma molto oltre i Radiohead, collezionando un guadagno non ancora quantificato ma che dovrebbe essere sostanzioso e sdoganando in via definitiva le tecnologie di condivisione, strada privilegiata da seguire per quegli artisti desiderosi di affrancarsi dallo strapotere delle major oramai morenti.

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