Tenendo fede all'annuncio di questa estate, LiteOn ha da poco presentato i primi masterizzatori DVD al mondo capaci di scrivere alla velocità di 20x. Per la precisione, l'azienda ha rivelato l'esistenza di due unità, una dotata di tecnologia Lighscribe per stampare etichette serigrafate con lo stesso laser usato per incidere i dati (LH-20A1H), e una priva della suddetta caratteristica (LH-20A1P).
Entrambe i drive verranno dotati della tradizionale interfaccia di connessione Parallel ATA che, sebbene ne sia stata annunciata più di una volta la morte, continua a rimanere lo standard prediletto dai produttori di dispositivi ottici. Oltre a poter scrivere a 20x sia i dischi DVD-R che i DVD+R, i drive garantiranno il supporto anche ai meno comuni DVD-RAM, registrabili alla velocità massima di 12x.
L'inizio della produzione effettiva dei nuovi drive verrà scaglionata in due fasi distinte: a dicembre le catene di assemblaggio si dedicheranno a LH-20A1P, cominciando a sfornare l'unità Lightscribe LH-20A1H solo a 2007 cominciato.
Con l'introduzione delle meccaniche a 20x da parte di LiteOn, è molto probabile che si assisterà, nel corso dell'anno prossimo, alla graduale adozione delle stesse anche da parte degli altri protagonisti del settore (Sony, NEC, Plextor). Alla base dei nuovi drive c'è l'evoluzione tecnologica che ha permesso di realizzare meccanismi di rotazione molto più avanzati che in passato, assolutamente necessari per spingere la tecnologia ottica a questi livelli: si pensi all'aumento notevole della velocità di rotazione dei DVD durante la scrittura, con tutte le conseguenze sull'aumento delle vibrazioni e i possibili errori in lettura/scrittura che la cosa comporta.
Per contro, nonostante i vantaggi per l'utente finale, lo ribadiamo ancora una volta, siano largamente trascurabili (aumento di rischi di bruciare i dischi o scriverli in maniera incorretta per un risparmio in tempo quantificabile in pochi secondi), i produttori hanno deciso di tentare la carta della velocità per poter competere in un settore sostanzialmente maturo e stagnante, nell'attesa infinita di quei dischi a laser blu che hanno finora lasciato un po' tutti con l'amaro in bocca.
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