Come ampiamente previsto in passato, l'attuale situazione di mercato dei contenuti in alta definizione, che vede i due formati rivali Blu-ray e HD DVD tentare di conquistarsi i favori degli utenti e dell'industria dei contenuti l'uno a discapito dell'altro, ha contribuito a generare una sostanziale fase di stallo la cui conseguenza immediata è che il settore stenta ad adottare i nuovi prodotti.
Sebbene infatti sia vero che la concorrenza favorisca il mercato e gli utenti e motivi le aziende a migliorare le produzioni, la sua efficacia si dimostra inversamente proporzionale alla novità della tecnologia commercializzata: l'estrema giovinezza dei formati hi-def, unita alla confusione generale che vive l'intero settore degli audiovisivi trasformato dall'introduzione del digitale si è rivelato un mix micidiale, e attualmente sia Blu-ray che HD DVD soffrono i molto peccati di gioventù e l'indifferenza dei potenziali acquirenti.
Per cercare di ovviare alla situazione, da tempo si parla della possibilità di sviluppare dispositivi multi-standard, in grado di leggere entrambe i nuovi formati, per invogliare gli utenti all'acquisto. Toshiba, la capofila del consorzio promotore di HD DVD, ha inoltre sviluppato un disco ibrido HD DVD/DVD per cercare di spingere l'adozione del suo nuovo formato (rif. Un disco ibrido DVD/HD DVD a tre strati da Toshiba). È di questi giorni la notizia secondo cui Warner si è fatta promotrice di un'iniziativa che va nella stessa direzione, ma si spinge ancora più in là: la compagnia ha depositato un brevetto grazie al quale sarebbe possibile incidere un disco ottico su due livelli diversi.
Tra le tante differenze dei formati ad alta definizione, infatti, vi è la diversa profondità di incisione dei bit di informazione da parte del laser: HD DVD stocca i dati a 0,6 millimetri dalla superficie del disco (in maniera del tutto simile allo standard DVD), mentre Blu-ray arriva a contenere le informazioni a 0,1 millimetri dalla superficie.
Il nuovo disco di Warner, impiegando uno strato di materiale semiriflettente come diaframma, permetterebbe proprio l'incisione dei dati sulle suddette due profondità sulla stessa faccia, rendendo così possibile l'ibridazione dei due formati nati per essere incompatibili. Il disco, inoltre, sarebbe a doppia faccia, permettendo l'inclusione anche dei contenuti nel vecchio formato DVD o CD oltre a quelli hi-def. Unico svantaggio del ritrovato: la necessità di dover incidere un solo livello per formato, limitando la realizzazione dei dischi multi-formato alla densità singola.
Il problema potrebbe essere facilmente risolto, ove fosse necessario l'impiego della doppia densità (che arriva a stoccare 50 Gigabyte per Blu-ray e 30 Gigabyte per HD DVD), con la commercializzazione separata dei contenuti in alta definizione e di quelli su DVD. Così si risolverebbero inoltre le problematiche inerenti i prezzi al dettaglio dei nuovi dischi, e la necessità di amalgamarli a quelli tipici del vecchio formato.
Come è facile immaginare, la prospettiva di un disco ibrido potrebbe rivelarsi vincente, e permettere finalmente l'adozione reale del multi-standard da parte delle aziende: al di là degli annunci e dello sviluppo di nuovi chipset specifici per il compito, sul mercato ancora non si è visto un lettore in grado di leggere sia Blu-ray che HD DVD. Il disco di Warner (che millanta i costi contenuti necessari alla sua produzione) potrebbe invece incontrare il favore dell'industria dei contenuti, che vedrebbe notevolmente semplificata la distribuzione delle pellicole nei nuovi standard, gli acquirenti, che non dovrebbero più temere l'indisponibilità di materiale specifico per il formato scelto, e infine i distributori e gli store specializzati, che non si vedrebbero costretti a dover moltiplicare i fondi necessari a procurarsi lo stesso film in due formati diversi.
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