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Amazon lancia Unbox, servizio di download di filmati a pagamento

a cura di The King of GnG
25/09/2006 - news
Archivio - Allestito in anticipo sul concorrente iTunes Store di Apple, il nuovo store di Amazon si segnala per le forti limitazioni poste all'utilizzo dei contenuti acquistati e i pareri contrastanti apparsi in rete circa l'iniziativa. Avvisaglie di un flop annunciato?

01_-_Amazon_Unbox_logo.jpgIl campione degli store virtuali Amazon.com si getta nella mischia dei negozi digitali di contenuti video, aprendo Unbox e battendo tutti sul tempo. Il nuovo store, infatti, è stato lanciato in anticipo sul concorrente diretto più temibile, quell'iTunes Store annunciato da Steve Jobs durante il recente Keynote della compagnia della mela morsicata (rif. Apple Keynote - It's Showtime!).

Molto ricca appare l'offerta di contenuti di Unbox: tra spettacoli televisivi, serial, documentari e pellicole cinematografiche il catalogo può attualmente vantare qualcosa come 1400 video. Tra i prodotti disponibili spiccano le produzioni dei grossi nomi dell'industria come Warner Bros., NBC, 20th Century Fox, Paramount e Sony Pictures. Assente eccellente Disney, che ha scelto lo store di Apple come piattaforma privilegiata per la distribuzione in digitale dei proprio prodotti.

In realtà, per quanto riguarda chi scrive, l'interesse non stà tanto nell'apertura dello store in se: l'autunno appena iniziato vedrà i grossi nomi (Apple con iTunes+iPod, Sony con PSP, Microsoft e il suo nuovo Zune, ...) darsi battaglia per conquistare fette importanti del nuovo mercato dei video digitali, e Unbox è solo uno dei tanti prodotti che invaderanno le nostre vite interconnesse da qui a qualche mese. Le cose più interessanti che, almeno finora, Unbox ha fatto registrare sono le sue magagne, invero piuttosto evidenti: tanto per cominciare il prezzo dei filmati, mediamente superiore a quelli dei concorrenti. Si va infatti da 7,99 - 19,59 dollari per l'acquisto, a 3 dollari per il noleggio e 2 per le clip TV.

Oltre al surplus di quattrini necessari a fare acquisti sullo store, il servizio si segnala per la pesantezza del setup utile a godere dei contenuti acquistati: la prima nota negativa è per la compatibilità. Al momento dell'acquisto, lo show viene scaricato in due formati differenti, uno pensato per il PC e l'altro per i lettori portatili. Le clip fanno uso della tecnologia anticopia propria del formato Windows Media Video (che, lo ricordiamo, è stata recentemente crackata da un programmi di pochi kappa, rif. FairUse4WM cancella le DRM, ancora una volta), limitando la fruizione al solo Windows Media Player e ai dispositivi compatibili con lo schema DRM di Microsoft.

02_-_Down_with_DRM.jpgDulcis in fundo, è necessario installare sul sistema un software proprietario per il corretto funzionamento dei video. Grazie all'applicativo, Amazon è in grado di gestire a proprio totale piacimento come e quando l'utente potrà utilizzare i file multimediali. Se ad esempio vogliamo realizzare una copia su DVD, questa sarà utilizzabile solo con il lettore software della compagnia, e solo sul PC su cui è stata effettuata la copia. Per non parlare dei film noleggiati: questi rimangono a disposizione sul sistema per 30 giorni a partire dal momento del download, cancellandosi automaticamente 24 ore dopo la prima visione.

Le pesanti limitazioni usate dal nuovo store hanno attirato su Amazon critiche e malumori in rete: se infatti l'applicazione di DRM stringenti non può che rendere ben felici i grossi nomi dell'industria multimediale, provocano solo disappunto tra i potenziali acquirenti. Se poi consideriamo che è possibile acquistare un film in DVD per pochi euro, e crearsi una copia perfettamente funzionante in ogni lettore da salotto non c'è da scommettere su un successo clamoroso dell'iniziativa. Il lancio di Unbox è interessante perché dimostra, ancora una volta, come le aziende informatiche abbiano deciso da tempo di assecondare i desideri di controllo totale del mercato e delle abitudini degli utenti da parte dell'industria.

Come per il mercato dell'alta definizione, ripetiamo qui la stessa confutazione: il digitale è entrato in pianta stabile nelle nostre case e sui nostri dispositivi, senza che dovessimo aspettare l'hi-def e gli store on-line. Se passare ai nuovi sistemi deve significare necessariamente controindicazioni, limitazioni e confusione di standard non si prospetta di certo un'adozione in massa del nuovo mondo del digital broadcasting così come lo sta pensando l'industria. Per chi volesse esprimere la propria opinione a riguardo, c'è sempre il nostro forum a disposizione e chi scrive per accese discussioni su DRM, Palladium e affini.

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