YouTube, giovane portale di social broadcasting nato nel 2005, è in poco tempo diventato un colosso dello sharing e della distribuzione di video in rete, arrivando alla trasmissione di ben 100 milioni di video al giorno con una media di 20 milioni di visitatori individuali al mese. Con numeri del genere, pare evidente come il servizio sia di fatto diventato un forte competitor di grossi nomi come la televisione MTV, o lo stesso iTunes, recentemente diventato distributore di video oltre che di brani musicali. Di suo, il portale ci mette il fatto di offrire i contenuti in maniera assolutamente gratuita per l'utente finale, utilizzando la pubblicità come solo mezzo di guadagno.
Non bastassero i contenuti attualmente presenti on-line ad iniziativa degli iscritti, il co-fondatore di YouTube, Steve Cehn, ex-impiegato di PayPal, ha annunciato di voler arricchire il network mettendo a disposizione per la trasmissione ogni singolo video musicale mai prodotto, il tutto nei prossimi 18 mesi. A tale scopo, YouTube ha comunicato che sono attualmente in corso trattative con i grossi nomi dell'industria musicale, comprese etichette come EMI e Warner Music, per acquisire i diritti di distribuire il materiale protetto da copyright. Dovrebbe rimanere invariato il sistema di guadagno utilizzato, e quindi la possibilità di fruire dei video gratuitamente.
YouTube, attualmente, non permette il download dei video in locale, utilizzando la tecnologia flash per il broadcasting dei contenuti. In prospettiva, la situazione potrebbe cambiare se, per ipotesi, la società offrisse il proprio supporto all'appena annunciato lettore multimediale di Microsoft, Zune. Il portale potrebbe insomma trasformarsi in un vero e proprio concorrente di iTunes, offrendo ad esempio la possibilità di scaricare i video in un formato compatibile con i lettori multimediali portatili più diffusi (come già fa Google Video con la sua funzionalità di download per iPod e PSP). Sia come sia, i piani di Apple e delle altre società che stanno cercando di aprire un nuovo mercato di contenuti multimediali a pagamento potrebbero cambiare radicalmente, o subire un forte ridimensionamento, se il progetto prendesse piede: chi vuole pagare 1,55 Euro per qualcosa che è disponibile gratuitamente in rete?
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