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SPAM: la piaga della comunicazione telematica

29/01/2007
- A cura di
Zane.
Internet - Capiamo lo SPAM, una delle pratiche più fastidiose che si possano incontrare Rete.

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Il pezzo che stai leggendo è stato pubblicato oltre un anno fa. AvvisoLa trattazione seguente è piuttosto datata. Sebbene questo non implichi automaticamente che quanto descritto abbia perso di validità, non è da escludere che la situazione si sia evoluta nel frattempo. Raccomandiamo quantomeno di proseguire la lettura contestualizzando il tutto nel periodo in cui è stato proposto.

Il termine SPAM è entrato ormai a far parte della vita quotidiana, spesso utilizzato dalla segretaria subissata da posta indesiderata, altre volte dal movimento dei consumatori che denuncia la ricezione di e-mail pubblicitarie a contenuto pornografico da parte di bambini e minori.

Per chi ancora non avesse capito bene di cosa si tratti, possiamo esplicitare il fenomeno con due sole parole: posta indesiderata. Ogni volta che aprite la mailbox e vi trovate una e-mail di Jessica, prosperosa ragazza dai pochi vincoli morali... quello è spam, ovvero una e-mail pubblicitaria inviatavi da qualche società senza scrupoli.

Di cosa si tratta

Benché il fenomeno sia legato soprattutto al mondo del porno, vi sono molte aziende che "spammano" per reclamizzare i prodotti più disparati (o dispErati, a seconda dei casi): si va dalle magiche pastiglie che incrementano le dimensioni la sotto (e non mi sto riferendo al numero di scarpe..) a servizi informatici, passando per alcune promozioni legate a prodotti di consumo (cartucce per stampante in testa), o feste in qualche discoteca dall'altra parte del globo.

Origine della pratica

Benché molti ritengano il caso Canter and Siegel del 1994 (di cui parleremo successivamente) come primo episodio di spamming, questa pratica è molto più vecchia, e risale addirittura al 1978, quando tale Gary Thuerk, commerciale della società americana di informatica DEC Computer, invitò tutti i partecipanti di Arpanet (il nonno del www) ad una presentazione di un nuovo computer.

Il caso più clamoroso avviene però nel'94, quando uno studio legale di Phoenix (Canter and Siegel appunto), assoldò un programmatore per inviare un messaggio reclamizzante l'attività su tutti newsgroup del Pianeta: da quel momento in avanti, alcuni programmi per gestire le mailinglist vennero modificati per diventare applicazioni di mass mailing in grado di rompere le scatole a milioni di utenti.

Pubblicità gratuita, o quasi

Ma cosa porta le aziende a spammare? Beh, la pratica di inviare pubblicità nelle caselle postali "fisiche" della gente è vecchia come il mondo. Non ditemi che non ricevete quotidianamente la brochure di qualche grande magazzino limitrofo, o l'ultimo sconto sui tappeti persiani!

Il fenomeno però è controllato dagli alti prezzi della distribuzione cartacea di volantini: pensate che mediamente questa pratica può costare, fra stampare i volantini e farli recapitare, da 0.5 a poco più di 1€, a seconda della distribuzione geografica dei clienti, il tipo di carta e dalla tiratura dei cataloghi.

La promozione via e-mail ha invece costi molto prossimi allo zero.

Un danno economico

I danni (in perdita di produttività) causati dallo spamming sono davvero impressionanti: alcuni studi evidenziato come i dipendenti subiscano un calo di produttività medio pari al 1.4%/anno, che si traduce in mancati profitti pari a 874$ /anno per ogni dipendente. Spam_tin.jpg

La carne in scatola

Ma spam è anche il nome di una nota carne in scatola (da quanto mi è stato riferito dal sapore disgustoso), molto conosciuta in america e Regno Unito: trovate una immagine della scatoletta in queste pagine

Benché l'azienda abbia accettato che il proprio marchio venga utilizzato anche per identificare il problema della e-mail indesiderate, ha esplicitamente vietato ogni possibile allusione che possa collegare la fastidiosa pratica con il gruppo alimentare.

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